Smartphone 2025: il bilancio della prima metà dell’anno in Italia

Sei mesi dopo, ecco chi ha davvero lasciato il segno

Siamo arrivati a metà 2025 e il mercato smartphone italiano ha già detto molto. Alcuni brand hanno saputo evolversi con lucidità, altri sono rimasti a galleggiare nella mediocrità. E poi ci sono quelli che hanno semplicemente smarrito la propria identità, persi tra decine di modelli, interfacce affollate e strategie commerciali senza direzione.

In questo articolo abbiamo deciso di fare un bilancio reale, basato sull’uso quotidiano, sulle recensioni di Batista70Phone e su ciò che abbiamo visto, toccato e vissuto con questi dispositivi. Niente numeri da trimestrale, niente market share: qui si parla di esperienza concreta, coerenza progettuale e percezione reale da parte degli utenti tech italiani.

C’è chi ha stupito (Motorola), chi ha confermato la leadership (Samsung e Apple), chi è tornato bene (vivo), chi ha ancora tanto potenziale (realme e Nothing) e chi invece sembra essersi perso per strada (Xiaomi e OnePlus).

Ora entriamo nel dettaglio, brand per brand, per capire chi ha fatto bene davvero… e chi, pur avendo le carte in regola, non ha saputo giocarsele.

Classifica Batista70Phone – Smartphone Brand 2025 (Prima metà anno)

  1. 🥇 Motorola – miglior equilibrio tra stile, prestazioni, autonomia e identità. Razr 60 Ultra e Edge 60 Pro promossi a pieni voti.
  2. 🥈 Samsung – solida come sempre, Galaxy S25 Ultra resta un riferimento assoluto. Fold7 e Flip7 in arrivo.
  3. 🥉 Apple – esperienza fluida e duratura. iPhone 16e è l’iPhone più concreto degli ultimi anni.
  4. vivo – X200 Pro è il miglior camera phone in circolazione. Ottima costruzione, ritorno ben riuscito.
  5. Google – Pixel 9a e 9 Pro XL convincono per coerenza, fotografia e Android puro.
  6. realme – ottimi display, autonomia e prestazioni nella serie 14 e GT 7. Serve più identità.
  7. Nothing / CMF – design unico e software fluido. CMF 2 Pro è la vera sorpresa nella fascia entry.
  8. Honor – Magic 7 Pro e V3 convincono per solidità e autonomia, ma MagicOS pesa ancora.
  9. Oppo – Find X8 Pro e Reno13 validi, ma il brand resta troppo silenzioso.
  10. OnePlus – OnePlus 13 è un gran telefono, ma senza visibilità resta un’occasione persa.
  11. Xiaomi – 15 Ultra è eccellente, ma tutto il resto è confusione. Brand da riorganizzare.

Motorola: stile, concretezza e il miglior flip in circolazione

Se c’è un brand che nel 2025 sta vivendo una seconda giovinezza, è proprio Motorola. E noi non possiamo che applaudirla. L’abbiamo vista crescere, sbagliare, ritentare… e ora, finalmente, raccoglie i frutti di un lavoro coerente e ben fatto.

La serie Edge 60, e in particolare il Motorola Edge 60 Pro, ci ha convinti sotto ogni punto di vista. Display fluido, autonomia eccellente, fotocamera migliorata, software pulito e veloce. È uno smartphone che ti accompagna senza farti tribolare, uno di quelli che ti dimentichi di ricaricare e che risponde sempre bene. Non sarà il più chiacchierato, ma è dannatamente concreto, e questo per noi vale tantissimo.

Poi c’è lui: Razr 60 Ultra. Che dire? Semplicemente il miglior flip phone oggi in commercio. Non solo perché è bello da vedere (e lo è), ma perché funziona bene, è fluido, leggero, costruito con gusto. Lo abbiamo usato come telefono principale e ci ha conquistati: mai uno scatto, mai un’incertezza. Motorola ha trovato un equilibrio che a tanti altri manca: prodotto di stile, ma anche sostanza vera.

Motorola razr 60 Ultra

La cosa più interessante? Motorola non cerca di strafare, ma lavora su ciò che davvero conta: prestazioni, batteria, costruzione, affidabilità. Ha un’identità chiara, moderna e anche un po’ alternativa. E nel 2025, credeteci, non è poco.

Pro: fluidità, autonomia, stile, costruzione eccellente
Contro: fotocamere nei medio gamma ancora migliorabili
Voto percepito: 9/10

Apple: cambia poco, ma funziona sempre

Con Apple è sempre la stessa storia. Non cambia mai tanto, ma quello che fa lo fa maledettamente bene. E anche nel 2025, la linea iPhone 16 segue questa logica con coerenza e lucidità.

iPhone 16e è forse il modello più “smart” della gamma: prestazioni da top di gamma (grazie al chip A18), un’autonomia sopra la media, e quel classico “funziona e basta” che lo rende un compagno affidabile per anni. Non entusiasma, non stupisce, ma quando lo usi capisci perché Apple vende milioni di pezzi ogni anno.

I modelli Pro e Pro Max sono ancora oggetti desiderabili, ma il divario con le versioni base si è ridotto. Apple sa bene come vendere un’esperienza, più che un hardware. E su questo continua a non avere rivali.

Apple iPhone 16 Pro e 16 Pro Max

Certo, i prezzi sono sempre fuori scala, e il design ormai lo conosciamo a memoria. Ma la consistenza dell’esperienza utente, l’ecosistema e la longevità degli aggiornamenti non si discutono.

Pro: durata nel tempo, ecosistema perfetto, prestazioni garantite
Contro: prezzi molto alti, estetica immutata da anni
Voto percepito: 8,5/10

Samsung: leader consapevole, e Fold7/Flip7 sono già dietro l’angolo

Samsung nel 2025 non ha bisogno di urlare. Sa di essere leader e si comporta da tale, con una gamma coerente, aggiornata e solida in ogni segmento. Non è il brand che genera hype tra i più giovani, ma è quello che ti porti dietro quando ti serve un telefono che non ti tradisca mai.

Il Galaxy S25 Ultra continua a essere un punto di riferimento assoluto. È il tipico smartphone che sa fare tutto, bene. Dallo zoom alla batteria, dalla gestione file alla S Pen: c’è tutto. Non è emozionante, ma è affidabile fino al midollo. È quel prodotto che quando lo usi, capisci che non è lì per stupire, ma per rispondere sempre presente.

Samsung Galaxy S25 Ulta

E mentre la concorrenza chiacchiera, Fold7 e Flip7 sono pronti a raccogliere il testimone. Se manterranno le promesse su cerniera, peso e ottimizzazione, Samsung avrà tra le mani i pieghevoli più maturi e concreti mai visti.

Unico difetto? La fascia A è diventata un pantano. Troppi modelli, nomi simili, differenze minime. Se vuoi comprare un medio gamma Galaxy oggi, devi avere la pazienza di un investigatore.

Pro: gamma premium completa, software stabile, Fold e Flip maturi
Contro: fascia media troppo affollata, prezzi di lancio spesso alti
Voto percepito: 8,5/10

vivo: X200 Pro ridefinisce il concetto di fotografia mobile

Il ritorno di vivo in Italia ha un solo nome: X200 Pro. E che ritorno. Uno smartphone che non punta a fare tutto, ma vuole fare una cosa meglio di tutti: le foto. E ci riesce. È probabilmente il miglior camera phone oggi in circolazione, e non lo diciamo tanto per dire.

Lo abbiamo messo alla prova in ogni condizione possibile: giorno, notte, controluce, ritratto, grandangolo, zoom. E lui ha sempre risposto presente. Il merito va al sensore gigante, all’ottimizzazione con Zeiss, e a un algoritmo d’elaborazione che sembra capire la scena meglio di quanto faresti tu.

vivo X200 Pro

Anche tutto il resto è al livello giusto: display curvo perfetto, costruzione premium, velocità più che buona. Manca solo una cosa: una vera strategia commerciale in Italia. Perché un prodotto così meriterebbe molta più visibilità, e invece è ancora per pochi “in-formati”.

Pro: fotografia da riferimento, costruzione eccellente, display immersivo
Contro: distribuzione timida, interfaccia da alleggerire in parte
Voto percepito: 8/10

Google Pixel: 9a e 9 Pro, semplici, puliti e maledettamente efficaci

Quando si parla di Google Pixel, la parola chiave è una sola: consistenza. Google non si perde in mille modelli o trovate commerciali. Fa pochi smartphone, ma li fa con criterio. Nel 2025 abbiamo provato sia Pixel 9a che Pixel 9 Pro e la sensazione è sempre la stessa: esperienza Android come dovrebbe essere.

Il 9a è il medio gamma che consigli sempre a cuor leggero a chi vuole foto da top di gamma e un sistema operativo snello. Costa il giusto, gira sempre fluido, e ha quel “non so che” tipico dei Pixel: ti fa venire voglia di scattare foto, anche solo per il gusto di vedere il risultato.

Google Pixel 9a

Il 9 Pro, invece, è puro Google: AI utile, non invadente; prestazioni sempre gestite bene, senza bisogno di 18 core o clock a 3,5 GHz. È un telefono concreto, che piace a chi capisce davvero di software. Ma non è per tutti: il design resta divisivo, e l’autonomia non è mai il suo punto forte.

Pro: foto top, software pulito, AI funzionale, aggiornamenti rapidi
Contro: batteria meh, linee poco mainstream
Voto percepito: 8/10

Nothing: Phone 3a, 3a Pro e CMF 2 Pro, quando lo stile incontra la sostanza

Nothing ha una qualità rara nel panorama tech attuale: è riconoscibile al primo sguardo. E nel 2025, tra telefoni tutti simili, non è cosa da poco. I nuovi Phone 3a e 3a Pro portano avanti la filosofia del brand con coerenza. Design trasparente, interfaccia essenziale e una Nothing OS che è probabilmente una delle interfacce Android più pulite e piacevoli da usare.

La vera sorpresa però arriva da CMF, il sub-brand che finora sembrava una costola economica senza grandi pretese. Invece il CMF Phone 2 Pro si è rivelato un prodotto solido, ben costruito e con una personalità tutta sua. È più sobrio dei fratelli Nothing, ma mantiene l’attenzione al dettaglio e un’esperienza software snella. Costa poco, funziona bene, e finalmente dimostra che anche nella fascia sotto i 300 euro si può avere qualità vera.

CMF 2 Pro

Certo, i limiti restano: le fotocamere sono nella media, la distribuzione non è capillare, e chi non è appassionato potrebbe non conoscere neanche il brand. Ma per chi cerca qualcosa di diverso, ben fatto e non noioso, Nothing (e ora anche CMF) è un nome che vale la pena tenere d’occhio.

Pro: design unico, software fluido, CMF 2 Pro sorprendente per fascia bassa
Contro: camera solo sufficiente, brand ancora di nicchia
Voto percepito: 7,5/10

realme: serie 14 e GT 7, potenza, autonomia e un potenziale da liberare

realme continua a essere uno dei marchi più sottovalutati del panorama Android. Eppure, se si guarda ai prodotti lanciati nella prima metà del 2025, c’è davvero tanta roba interessante.

La serie 14, in particolare realme 14 Pro+, offre uno dei mix migliori tra autonomia, display AMOLED di qualità e reattività software. È il classico smartphone che funziona bene sempre, con pochi fronzoli ma tanta sostanza. E nel segmento medio, conta più questo che mille feature inutili.

Poi c’è la serie GT 7, che punta tutto su performance e velocità. Non solo lato hardware, ma anche nell’esperienza quotidiana: apertura app fulminea, ricarica rapidissima, gestione della RAM tra le migliori della categoria. È un telefono per chi cerca potenza vera a un prezzo onesto.

realme GT 7 e realme GT 7T

Realme, insomma, sa costruire bene. Il problema? L’interfaccia realme UI è ancora un po’ troppo “BBK style”, e il brand fatica ad avere una sua voce chiara. Ma il potenziale è enorme. Servirebbe solo un po’ di coraggio in più nel comunicare chi è e cosa fa.

Pro: autonomia, reattività, ottimo rapporto qualità/prezzo
Contro: UI ancora da rifinire, identità di brand poco marcata
Voto percepito: 7,5/10

Honor: luci e ombre tra Magic e serie numerica

Honor sta facendo le cose con ordine, ma forse un po’ troppo in sordina. Non si può negare che Magic 7 Pro sia uno smartphone solido: ottima autonomia, display curatissimo, prestazioni da vero top. Lo abbiamo usato per qualche settimana e ci ha restituito una sensazione di concretezza, anche se non ci ha mai fatto esclamare “wow”. È uno di quei telefoni che ti porti dietro con fiducia, ma che non ti fa girare la testa.

Honor Magi 7 Pro

Interessante anche il pieghevole Magic V3, che gioca il jolly della sottigliezza estrema. Si tiene in tasca meglio di tanti telefoni classici ed è ben costruito, ma non è ancora abbastanza noto per farsi largo davvero. È un prodotto “da insider”, quasi elitario, e forse dovrebbe uscire un po’ dalla nicchia.

Infine, la nuova serie Honor 400 (soprattutto il 400 Pro) porta un bel tocco di eleganza e buon senso nella fascia media. Niente fuochi d’artificio, ma prodotti ben equilibrati con buone fotocamere, autonomia onesta e una MagicOS che – sebbene ancora pesante – è più reattiva rispetto al passato.

Honor nel 2025 ci ha convinto a metà. I prodotti ci sono, la direzione è buona, ma manca ancora quel salto in avanti che trasformi l’apprezzamento in entusiasmo.

Pro: costruzione solida, autonomia eccellente, display top
Contro: MagicOS ancora troppo “cinese”, marketing sottotono
Voto percepito: 7/10

Oppo: serie Reno13 valida, Find X8 Pro solido, ma manca il colpo d’ala

Oppo è uno di quei brand che sai che fa buoni smartphone, ma che fatica a farsi notare nel 2025. La qualità non manca, anzi: Find X8 Pro è un device completo, elegante, con uno dei display meglio tarati in circolazione e un comparto fotografico che non tradisce.

Oppo Find X8 Pro

Anche la serie Reno13, appena arrivata, si presenta bene: design sottile, fotocamera convincente, buona fluidità generale. Il posizionamento è corretto, e l’esperienza d’uso c’è.

Il punto è che Oppo non riesce più a sorprendere. Fa tutto bene, ma raramente entusiasma. E in un mercato dove l’attenzione è una lotta continua, restare “anonimi” può essere peggio che sbagliare. Il software ColorOS è maturo, stabile, ma manca un elemento distintivo. Il marketing è in calo, la distribuzione più debole rispetto a qualche anno fa.

In definitiva: Oppo è ancora un marchio solido, ma deve trovare nuova energia, nuove idee e forse anche un po’ più di coraggio. Perché i mezzi li ha, eccome.

Pro: materiali premium, ottimo display, Reno13 convincente
Contro: manca slancio, brand in calo di visibilità
Voto percepito: 7/10

OnePlus: 13 da top vero, ma il brand è sparito dai radar

Ogni volta che accendiamo un OnePlus ci ricordiamo di quanto possa essere bello usare uno smartphone fluido, pulito e ben bilanciato. OnePlus 13 è esattamente questo: un top di gamma sotto tutti i punti di vista, che però nessuno sembra considerare.

OnePlus 13

Lo abbiamo provato a fondo e possiamo dirlo: è un device che non ha nulla da invidiare ai big. Display di altissimo livello, autonomia concreta, fotocamera versatile e una OxygenOS finalmente tornata leggera e piacevole. Si usa con soddisfazione, giorno dopo giorno.

Il problema è fuori dallo schermo: la percezione del brand è ai minimi storici. Nessuna campagna forte, presenza retail ridotta, zero hype. Peccato, perché a parità di prezzo (o anche meno), OnePlus 13 potrebbe essere la scelta più razionale e completa per tanti utenti esperti.

Ma se non lo conoscono, non lo scelgono. E questo è un danno che la qualità, da sola, non riesce più a correggere.

Pro: fluidità top, hardware eccellente, autonomia solida
Contro: brand invisibile, marketing assente
Voto percepito: 6,5/10

Xiaomi: 15 Ultra ottimo, ma tutto il resto è un gran casino

Lo diciamo con dispiacere, perché Xiaomi è stata per anni uno dei marchi che consigliavamo più spesso. Ma oggi, nel 2025, sembra aver completamente perso la bussola. Sì, è vero, Xiaomi 15 Ultra è uno smartphone eccellente: potenza, fotocamera con sensori giganteschi, display luminosissimo, costruzione solida. È il top di gamma che molti vorrebbero provare almeno una volta. Ma finisce lì.

Xiaomi 15 Ultra

Intorno a quel gioiello, il nulla o quasi. La gamma è dispersiva, ridondante, confusa. Ci sono troppi modelli con differenze minime, distribuiti tra Xiaomi, Redmi e POCO. Anche per chi mastica tecnologia, orientarsi è diventato complicato. Per chi non è del settore, è semplicemente frustrante.

Inoltre, HyperOS è un passo avanti rispetto alla vecchia MIUI, ma non basta. È ancora troppo carica, con troppe personalizzazioni aggressive. L’esperienza non è uniforme e spesso si scontra con bug o incoerenze grafiche. E se i modelli top sono aggiornati, quelli economici rimangono fermi troppo a lungo.

La sensazione è che Xiaomi si sia seduta, convinta che la quantità basti a far volume. Ma oggi il pubblico cerca chiarezza, coerenza e personalità. Tutte cose che, tolto il 15 Ultra, sembrano svanite.

Pro: Xiaomi 15 Ultra è un mostro vero, potenza e fotografia al top
Contro: lineup caotica, software ancora pesante, confusione tra sub-brand
Voto percepito: 6/10

Identità, concretezza e l’arte di non perdersi per strada

Questi primi sei mesi del 2025 ci hanno insegnato una cosa chiara: chi ha un’identità forte e un progetto solido, va avanti. Chi rincorre mode o copia gli altri, si perde.

In cima alla classifica c’è Motorola, che con la serie Edge 60 e il Razr 60 Ultra ha trovato un equilibrio quasi perfetto tra stile, sostanza e concretezza quotidiana. Ha carattere, ha voglia, ha qualità. Se cercate qualcosa che funzioni e vi piaccia usare, è un marchio da mettere in cima alla lista.

Motorola Edge 60 Pro

Samsung rimane un punto fermo. Galaxy S25 Ultra è un mulo potente e instancabile. Fold7 e Flip7 sono attesi con curiosità, e la serie A continua a macinare numeri, anche se serve una semplificazione.

Apple non cambia mai troppo, ma lo fa con coerenza. iPhone 16e è il compagno perfetto per chi vuole solo un telefono che funzioni, sempre. Non emoziona, ma non delude.

Ci sono poi brand come vivo, che rientrano in punta di piedi ma con armi pesanti: X200 Pro al momento è il miglior camera phone in circolazione, e non è un’esagerazione. Google con Pixel 9a e 9 Pro XL è ancora riferimento per Android stock, ma l’autonomia va sistemata.

realme e Honor fanno il loro, con prodotti validi ma con poco carattere. realme ha idee, specialmente con GT 7 e 14 Pro+, ma deve ancora trovare una voce unica. Honor invece migliora, ma MagicOS pesa e si sente.

Nothing è il marchio cool del momento: i suoi Phone 3a e 3a Pro sono oggetti belli e ben pensati. Mancano ancora in distribuzione e fotocamera, ma l’anima c’è. E nel 2025, è già un miracolo.

Oppo, con Reno13 e Find X8 Pro, offre qualità, ma manca di spinta e di presenza: è tutto troppo sottotraccia, e in un mercato così competitivo l’invisibilità si paga cara.

Poi c’è OnePlus, che ci dispiace citare così in basso. Perché OnePlus 13 è oggettivamente un gran telefono, ma senza una strategia, senza una voce, senza spinta, un telefono può essere anche il migliore, ma resta muto.

E infine c’è Xiaomi, che ha lasciato andare tutto ciò che l’aveva resa speciale. Il 15 Ultra è fortissimo, ma il resto è un caos. Troppe serie, troppa confusione, troppo poco ascolto.

Nel 2025, i telefoni buoni non mancano. Quelli memorabili invece sì. E chi riesce ad esserlo, vince.

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