Recensione Redmi Note 15 Pro+ : promosso, ma aspettiamo le promo
Per anni, Redmi Note è stata la scelta “furba” per eccellenza, quella che si consigliava senza pensarci troppo a chi voleva uno smartphone completo, ma non aveva alcuna intenzione di entrare nel mondo dei prezzi da top di gamma. E, puntualmente, questa serie ha costruito la sua fama proprio lì: nel dare tanto, con poche rinunce davvero pesanti.
Con la serie Redmi Note 15 il messaggio cambia leggermente tono. Xiaomi non punta solo sul classico rapporto qualità-prezzo, ma prova a spingere forte su due temi che oggi contano più di prima: durabilità e autonomia. In pratica, l’idea è quella del telefono “da vita vera”, quello che non ti fa venire ansia al primo urto o a fine giornata. Ed è anche per questo che, in alcuni mercati, il Redmi Note 15 Pro+ si porta dietro una reputazione da “piccolo carro armato”.
Detto questo, c’è un dettaglio che non si può ignorare: questa versione internazionale non è la semplice trasposizione del modello cinese, ma un prodotto diverso, con scelte precise e qualche compromesso che, nel 2025, può far discutere.
La parte fotografica è l’esempio più chiaro: qui la protagonista è la camera da 200 MP, con zoom nel sensore, mentre il tele dedicato sparisce. Quindi sì, tanta versatilità “computazionale”, però meno approccio da camera-phone tradizionale.
Il bello è che, sotto la scocca, l’impostazione è molto chiara e molto “Redmi Note”. C’è Snapdragon 7s Gen 4, pensato per offrire fluidità quotidiana e consumi controllati, abbinato a memorie LPDDR4X e UFS 2.2. E poi c’è il punto che fa davvero la differenza per tanti: una batteria da 6500 mAh, con ricarica rapida a 100W, cioè la classica combinazione che ti fa dimenticare il power bank e ti rimette in pista in poco tempo. Sul fronte protezioni, invece, si parla di un approccio più “senza ansia”: vetro Corning Gorilla Glass Victus 2 davanti e certificazioni fino a IP69K, quindi un telefono che, almeno sulla carta, nasce per reggere meglio botte, polvere e acqua.
Il posizionamento, invece, è molto concreto anche nei numeri: 479,9 euro per 8/256 GB e 529,9 euro per 12/512 GB. E nella vita pratica torna utile anche la gestione SIM, perché hai Dual SIM con nano + nano oppure nano + eSIM.
Da qui parte la nostra recensione: uso quotidiano, esperienza reale, e zero sconti. Vediamo se questo Redmi Note 15 Pro+ è davvero il Redmi “solido” che promette di essere.

Redmi Note 15 Pro+ : Voto 8.0
Redmi Note 15 Pro+ è un medio gamma che punta dritto su quello che conta nell’uso quotidiano: autonomia, solidità e display. La batteria da 6.500 mAh cambia davvero la gestione della giornata, perché si arriva a sera con margine anche con uso intenso. La costruzione e le certificazioni danno tranquillità, e lo schermo grande, con curvatura poco invasiva, è comodo sia per lavoro sia per contenuti. La fotocamera principale da 200 MP fa bene il suo lavoro, soprattutto di giorno, e lo zoom 2x/4x resta credibile finché la luce aiuta. Le rinunce si vedono sulle camere secondarie, sull’ultra-grandangolare che è il compromesso più evidente e sul video che si ferma al 4K 30 fps. A prezzo pieno va confrontato con alternative molto forti, mentre con una promo diventa più facile da consigliare.
Pro
- Autonomia eccellente grazie a 6.500 mAh
- Ricarica 100W molto rapida con caricatore compatibile
- Costruzione solida e certificazioni IP66/IP68/IP69K
- Display grande e di qualità, curvatura poco invasiva
- Audio stereo potente, medi puliti e volume alto
- Prestazioni stabili, temperature gestite bene
Contro
- Ultra-grandangolare 8 MP sotto le aspettative a questo prezzo
- Video limitati a 4K 30 fps
- Modulo camere con elemento “di riempimento” poco utile
- Always-On Display non continuo (solo a tempo/al tocco)
- USB-C limitata (trasferimenti non da fascia alta)
Tabella valutazioni
| Sezione | Voto | Stelle | Mini giudizio |
| Confezione | 7,5 | ⭐⭐⭐⭐☆ | Dotazione completa, ma manca l’alimentatore |
| Design | 8,0 | ⭐⭐⭐⭐☆ | Sobrio, curato, modulo camere ben integrato |
| Display | 8,8 | ⭐⭐⭐⭐⭐ | Grande e comodo, qualità alta e luminoso |
| Hardware | 8,0 | ⭐⭐⭐⭐☆ | Fluido e stabile, raffreddamento efficace |
| Software | 8,0 | ⭐⭐⭐⭐☆ | HyperOS 2 ricco e veloce, AOD limitato |
| Fotocamera | 7,5 | ⭐⭐⭐⭐☆ | Principale forte, ultra-wide sotto tono |
| Autonomia | 9,4 | ⭐⭐⭐⭐⭐ | Una delle migliori della fascia |
| Prezzo/qualità | 7,8 | ⭐⭐⭐⭐☆ | Ha senso con priorità chiare, meglio con promo |
Confezione di vendita Redmi Note 15 Pro+
La confezione del Redmi Note 15 Pro+, in Italia, è impostata per essere funzionale fin dal primo avvio. Sullo smartphone è già presente la pellicola protettiva preapplicata, un dettaglio utile perché consente di iniziare a usarlo subito senza preoccuparsi dei primi segni.
All’interno si trova anche una cover in silicone nero opaco, ben realizzata e con una buona presa. Su alcune colorazioni può coprire parte dell’estetica della scocca, mentre sulla variante nera risulta coerente e “pulita”, senza stonare.

Completano la dotazione cavo, manualistica e strumento per l’estrazione della SIM. Assente, invece, il caricatore: una mancanza da considerare perché la ricarica rapida è uno degli aspetti centrali di questo modello, e per sfruttarla al meglio potrebbe essere necessario acquistare a parte un alimentatore compatibile.
Costruzione, design ed ergonomia
Con Redmi Note 15 Pro+ Xiaomi prova a togliersi di dosso, in modo definitivo, l’idea del medio gamma “delicato”. Qui il tema è la resistenza, e non solo come slogan. C’è una filosofia precisa, quella della Redmi Titan Durability, con una struttura interna pensata per reggere meglio torsioni e urti, quindi per proteggere i componenti quando il telefono viene usato davvero, senza troppe attenzioni.
Le dimensioni sono da phablet moderna e si capisce subito: un telefono grande, ma ben bilanciato. Nella nostra versione Black lo spessore resta contenuto e, nonostante la batteria importante, il peso non diventa mai eccessivo nell’uso quotidiano. La sensazione generale è quella di un prodotto solido e coerente con l’idea “da battaglia”, senza trasformarsi in un mattone.

Davanti c’è la protezione Corning Gorilla Glass Victus 2, quindi un vetro che dà più tranquillità. Il display, poi, è grande e immersivo, ma la cosa che si apprezza nella pratica è che la curvatura è solo accennata, il classico “quad-curve” che fa scena il giusto senza complicare l’utilizzo. Non dà fastidio con i tocchi ai bordi e, soprattutto, rende il telefono più comodo in mano rispetto a certe curve più spinte che alla lunga stancano.

Sul retro, il mercato globale propone tre colorazioni: Mocha Brown, Glacier Blue e Black. La Mocha Brown è quella più particolare, con una finitura effetto pelle che migliora molto il grip e tende anche a mascherare impronte e segni. La Glacier Blue e la Black vanno su un look più classico e “pulito”, più elegante, ma anche più facile da segnare e quindi più sensato usarle sempre con cover, cosa che nella vita reale succede comunque quasi sempre.

Il capitolo resistenza è uno dei più forti: ci sono certificazioni IP66/IP68/IP69K. Tradotto: polvere e acqua non sono un pensiero, e la protezione è pensata anche per situazioni più impegnative del solito. Inoltre, quando il display è bagnato o le dita sono umide, entra in gioco la gestione touch dedicata, e questo fa la differenza nelle giornate di pioggia o in contesti “outdoor”.
Passando a tasti e porte, l’impostazione è classica e funzionale. Sul lato ci sono i pulsanti volume e accensione, facilmente raggiungibili nonostante le dimensioni importanti. In basso si concentrano le porte principali, quindi la ricarica e l’altoparlante, mentre sopra resta spazio per gli altri elementi di servizio. È un layout pulito, senza stranezze, e dopo poche ore diventa automatico orientarsi senza guardare.
L’ergonomia non punta a essere quella di un compatto, perché non lo è, ma riesce a risultare comodo per la categoria, grazie al bilanciamento e alla curvatura poco invasiva del display. Ed è coerente con quello che vuole essere: un medio gamma “serio”, costruito per durare e per non mettere ansia nell’uso quotidiano.

Display Redmi Note 15 Pro+
Il display è il punto in cui si capisce subito che Redmi Note 15 Pro+ vuole giocare “più in alto” della fascia in cui sta. È un pannello grande, 6,83 pollici, e quindi l’impatto è da phablet moderna. Tuttavia la curvatura è solo accennata, in stile quad-curve. Per questo resta comodo in mano. Inoltre limita i tocchi involontari ai bordi.

A livello tecnico, Xiaomi usa un CrystalRes AMOLED. La risoluzione è 2712 x 1220 pixel, cioè il classico “1.5K”. Quindi testi e icone restano definiti. E, allo stesso tempo, non si va su soluzioni inutilmente pesanti. Nell’uso quotidiano si nota. Soprattutto su social, web e lettura.
La fluidità è garantita dai 120 Hz. Di conseguenza lo scorrimento è sempre pulito. E anche le animazioni di sistema risultano più naturali. In più c’è una risposta al tocco molto pronta. Quindi scrittura e gesture sono immediate.
La luminosità è un altro punto forte. Xiaomi dichiara un picco fino a 3200 nit. Nella vita reale conta soprattutto l’uso fuori casa. E qui il display resta leggibile anche in pieno sole. Perciò si usa bene in strada e in auto. Senza “ombre” e senza compromessi.
Sul fronte multimediale, il supporto a Dolby Vision e HDR10+ fa la differenza. Inoltre c’è profondità colore a 12-bit, quindi una gestione più ricca delle sfumature. Il risultato è un’immagine piena. E i neri, da AMOLED, restano profondi.
Xiaomi ha lavorato anche sul comfort visivo. C’è PWM a 3840 Hz, quindi lo sfarfallio è molto più controllato a bassa luminosità. Di conseguenza, per chi è sensibile, lo schermo può risultare meno affaticante. Inoltre ci sono certificazioni TÜV Rheinland legate a flicker e luce blu. Quindi l’approccio è serio, non solo marketing.
Molto utile anche Wet Touch 2.0. In pratica il pannello gestisce meglio dita umide e gocce d’acqua. Così lo smartphone resta più usabile sotto la pioggia. E anche in situazioni “sporche”, coerenti con la sua anima resistente.

C’è però una nota stonata: l’Always-On Display non è completo. Si può vedere per circa 10 secondi o al tocco. Quindi non resta sempre attivo come su altri modelli. È una scelta che limita un po’ la comodità.
Capitolo sblocco: il sensore impronte è ottico sotto al display. È veloce e affidabile. Tuttavia è posizionato un filo più in basso del centro. Quindi, all’inizio, il pollice fa un piccolo “viaggio”. Dopo pochi giorni, però, diventa automatico.
Infine, bene i sensori di contorno. Prossimità e luminosità automatica lavorano correttamente, quindi niente schermo che resta acceso in chiamata e soprattutto niente variazioni strane passando da interno a esterno.
Hardware Redmi Note 15 Pro+
Sotto la scocca, Redmi Note 15 Pro+ gioca la carta che interessa davvero a questa fascia: prestazioni solide, ma soprattutto continuità d’uso. Il cuore è Snapdragon 7s Gen 4, un chip a 4 nm che punta più su efficienza e costanza che sulla “botta” da top. E si vede già nelle giornate normali, perché l’interfaccia resta fluida anche quando lo smartphone viene usato come si usa oggi: tante app, tante notifiche, fotocamera al volo e passaggi rapidi tra social e browser.
A livello tecnico, l’impostazione è moderna: CPU octa-core con Cortex-A720 fino a 2,7 GHz per i task più pesanti, affiancati da Cortex-A520 a 1,8 GHz per le attività leggere. Di conseguenza il telefono “spinge” quando serve, però non spreca energia quando non serve. Nell’uso reale questo si traduce in una reattività costante. L’apertura delle app è rapida. Inoltre, la navigazione web resta stabile anche su pagine pesanti, senza quei micro-rallentamenti fastidiosi che spezzano il ritmo.
Sulla parte grafica c’è Adreno 810 e il comportamento è coerente con il posizionamento. Il gaming è buono, quindi i titoli pesanti si gestiscono con settaggi medi o medi/alti senza drammi. Tuttavia, nelle sessioni lunghe, qualche calo fisiologico può arrivare. La differenza è che non diventa mai un “telefono che si siede”, perché entra in gioco il raffreddamento Xiaomi IceLoop/HyperLoop. Qui c’è una soluzione LHP ampia (parliamo di circa 5.200 mm²), quindi il calore viene distribuito meglio sul retro. In pratica, dopo 20–30 minuti di gioco o registrazione video, la temperatura sale, ma resta sotto controllo. E soprattutto non si arriva a quella sensazione di dispositivo rovente che costringe a mollare.
Le versioni in vendita sono 8/256 GB e 12/512 GB, con memorie LPDDR4X e UFS 2.2. Non sono specifiche da flagship, però nell’esperienza quotidiana il telefono resta scattante. Inoltre la variante da 12 GB si sente nel multitasking, perché riduce i ricaricamenti quando si passa spesso tra app pesanti, fotocamera e social. Per chi usa davvero tanto lo smartphone, è la scelta più sensata.
La connettività è completa per la categoria: 5G, Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.4, NFC ed eSIM. Manca l’UWB, quindi niente ambizioni “da top” su quel fronte. La USB-C resta una USB 2.0, quindi i trasferimenti via cavo non sono il suo punto forte. Però, nell’uso comune, non è un limite che si sente ogni giorno. È più un dettaglio da tenere a mente per chi sposta spesso file grossi da PC.
Capitolo audio, che qui merita due righe in più. I doppi speaker seguono la tradizione Xiaomi: volume alto, stereo credibile e resa piena per video e social. I bassi ci sono, ma non aspettarsi vibrazioni da cassa esterna. È un basso “compatto”, che dà corpo ma resta controllato. I medi sono la parte migliore, perché voci e dialoghi escono puliti e intelligibili. Gli alti aggiungono brillantezza, quindi piatti e dettagli si sentono, anche se a volume massimo possono diventare un filo più taglienti. La modalità 400% alza la soglia massima e torna utile in ambienti rumorosi, anche se non significa davvero “quattro volte” più volume. Piuttosto spinge di più, e a quel punto un po’ di compressione e distorsione arriva, com’è normale. In chiamata, invece, il volume è convincente e lo speakerphone resta chiaro, quindi conversazioni e note vocali si gestiscono bene senza dover sempre passare alle cuffie.
Redmi Note 15 Pro+ 5G – Scheda tecnica
Colori (Global): Mocha Brown, Glacier Blue, Black
Dimensioni: 163,34 × 78,31 × 8,47 mm (Mocha Brown) / 163,34 × 78,31 × 8,19 mm (Black, Glacier Blue)
Peso: 208,0 g (Mocha Brown) / 207,1 g (Black, Glacier Blue)
Resistenza: IP66 / IP68 / IP69K
Vetro frontale: Corning Gorilla Glass Victus 2
Display
- 6,83″ CrystalRes AMOLED
- Risoluzione: 1.5K (2772 × 1280)
- Refresh rate: fino a 120 Hz
- Luminosità: fino a 3200 nit (picco)
- Profondità colore: 12-bit
- Contrasto: 8.000.000:1
- Spazio colore: DCI-P3
- Touch sampling: fino a 480 Hz
- Touch sampling istantaneo: fino a 2560 Hz
- HDR10+ / Dolby Vision
- PWM 3840 Hz
- Certificazioni: TÜV Rheinland Low Blue Light (hardware), Flicker Free, Circadian Friendly
Hardware
- SoC: Qualcomm Snapdragon 7s Gen 4 (processo 4 nm)
- CPU: octa-core fino a 2,7 GHz
- GPU: Adreno
- Sistema di raffreddamento: Xiaomi IceLoop/HyperLoop (LHP)
Memoria
- RAM: LPDDR4X
- Storage: UFS 2.2
- Tagli (global): 8/256, 12/256, 12/512
- Tagli (Italia): 8/256, 12/512
Fotocamere
- Principale: 200 MP (Samsung ISOCELL HP9), OIS, f/1.7, sensore 1/1.4″, lente 7P, binning 16-in-1 (pixel 2,24 μm)
- Ultra-grandangolare: 8 MP, f/2.2
- Frontale: 32 MP, f/2.2
- Video: fino a 4K 30 fps
Batteria e ricarica
- Batteria: 6500 mAh (tipica, silicio-carbonio)
- Ricarica cablata: 100W HyperCharge
- Reverse charging cablata: 22,5W
- Ricarica wireless: no
Connettività
- 5G
- Wi-Fi: Wi-Fi 6E
- Bluetooth: 5.4
- NFC: sì
- SIM: Dual SIM (nano + nano) oppure (nano + eSIM)
-
Bande:
- 2G GSM: 2/3/5/8
- 3G WCDMA: 1/2/4/5/6/8/19
- 4G LTE FDD: 1/2/3/4/5/7/8/12/13/17/18/19/20/26/28/32/66/71
- 4G LTE TDD: 38/40/41/42/48
- 5G: n1/2/3/5/7/8/12/20/26/28/38/40/41/48/66/71/77/78
Audio
- Doppi speaker
- “400% volume boost”
- Dolby Atmos
- Hi-Res
Sicurezza
- Sensore impronte sotto al display
- Sblocco volto AI
Software e AI
- Android 15
- HyperOS 2
- Xiaomi HyperAI (AI Writing, Speech Recognition, Interpreter, Search, Dynamic Wallpapers, Creativity Assistant)
- Google Gemini + Cerchia e Cerca
Software Redmi Note 15 Pro+
Il Redmi Note 15 Pro+ arriva da noi con Android 15 e HyperOS 2, quindi con l’ultima “base” solida di Xiaomi, quella che ormai ha preso il posto della vecchia MIUI in modo definitivo. E si sente, perché l’impostazione è più moderna: animazioni fluide, interfaccia reattiva e una gestione delle risorse che tende a dare sempre priorità a quello che si sta facendo in quel momento. Nella vita reale questo significa una cosa semplice: anche quando ci sono tante app aperte, il telefono resta pronto, senza quella sensazione di sistema pesante che in passato ogni tanto spuntava fuori.
C’è però una nota che, da appassionati, lascia un po’ l’amaro in bocca. Arriva con Android 15 quando Android 16 è già realtà. All’atto pratico, nell’uso quotidiano cambia poco, perché l’esperienza la fa HyperOS e non solo il numerino della versione. Però resta una di quelle cose che si notano, soprattutto su un prodotto nuovo e appena lanciato.

Sugli aggiornamenti non ci sono certezze “scolpite nella pietra” da riportare. Tuttavia, storicamente, Xiaomi su questa famiglia tende a garantire una copertura lunga. In genere si parla di almeno quattro anni di supporto importante, tra major e patch, ed è un aspetto che pesa perché questi Redmi Note spesso vengono tenuti a lungo.
HyperOS 2, poi, è uno di quei software che puoi cucirti addosso. La personalizzazione è completa: temi, icone, font, schermate, lockscreen, sfondi, stile delle notifiche e del centro di controllo. E qui Xiaomi rimane imbattibile per chi ama cambiare look spesso senza usare launcher esterni. Inoltre, l’ecosistema è un punto forte: con le funzioni di connessione tra dispositivi Xiaomi, l’integrazione con tablet e wearable è rapida, e l’esperienza diventa più “continuativa” se si hanno già prodotti dello stesso mondo.
Sul fronte AI, Xiaomi spinge forte con il pacchetto HyperAI. Le funzioni non mancano e alcune sono davvero pratiche. AI Eraser Pro è quella che si usa più spesso: rimuovere oggetti o persone da una foto è rapido e il risultato è spesso credibile, soprattutto nelle scene “semplici”. Poi c’è AI Interpreter, utile per traduzioni al volo, anche in conversazione, e strumenti legati ai ritratti che migliorano separazione soggetto-sfondo e resa del bokeh. In generale il feeling è quello di un’AI integrata, con molta parte appoggiata anche a Google Gemini e a funzioni come Cerchia e Cerca, quindi non si resta chiusi in un giardino recintato.
Resta una piccola delusione, già anticipata anche nelle altre sezioni: l’Always-On Display non è completo, perché lavora a tempo o con attivazione al tocco. Non è un limite enorme, però su un AMOLED così viene naturale aspettarsi l’AOD “sempre davvero”, e qui manca.
Fotocamera Redmi Note 15 Pro+
Il comparto fotografico del Redmi Note 15 Pro+ ruota tutto attorno alla camera principale. Ed è giusto così, perché qui c’è una 200 MP con OIS, apertura f/1.7 e ottica 7P, basata su Samsung ISOCELL HP9. È il classico approccio “un sensore grosso, fatto bene, e poi tanto lavoro di elaborazione”.
Con luce buona, il risultato convince. Il livello di dettaglio è alto, anche quando si zooma e si ritaglia dopo lo scatto. Inoltre la gestione delle luci è pulita, con ombre che restano leggibili e cieli che non esplodono subito. Gran parte del merito è del binning 16-in-1: nella modalità standard si scatta a 12,5 MP, con pixel “virtuali” più grandi (2,24 μm). In pratica, lo smartphone lavora per tirare fuori foto più equilibrate, non solo “più pesanti”.

Il tema zoom è quello più interessante. Non c’è un tele dedicato, però i 200 MP vengono sfruttati bene per offrire un 2x e un 4x che, in condizioni di luce ottimali, sembrano davvero uno zoom “pulito”, non il solito digitale impastato. Per ritratti e dettagli a distanza media funziona, e spesso sorprende. Quello che manca, invece, è l’effetto ottico naturale: la compressione dello sfondo e quel look “da lente vera” non si possono simulare sempre. Quindi il risultato è buono, ma diverso.
Quando cala la luce, la principale resta quella su cui puntare. La modalità notte aiuta e l’OIS fa la sua parte, perché permette tempi più lunghi senza distruggere lo scatto. I dettagli restano buoni per la fascia, e il rumore è gestito con criterio. Però lo zoom è la prima cosa che paga il prezzo: appena l’illuminazione scende, il crop perde pulizia e diventa più facile vedere grana e perdita di micro-dettaglio. È qui che si sente l’assenza di un tele dedicato, perché non c’è un’ottica “specializzata” a prendere in carico quella situazione.
L’ultra-grandangolare è la seconda camera, ed è anche quella che fa più discutere. Parliamo di 8 MP con f/2.2. Di giorno si usa, soprattutto per panorami e scatti di gruppo, e per i social può bastare. Tuttavia serve luce buona. Appena si va al tramonto o in interno, il rumore sale e i bordi iniziano a perdere definizione in modo evidente. Inoltre, a volte, si nota anche una resa cromatica non identica alla principale, quindi il “passaggio” tra le due camere non è sempre perfetto.
Poi c’è il terzo elemento del modulo, che nella pratica non aggiunge vera versatilità fotografica. È più un riempitivo estetico del blocco camere. E su uno smartphone che parte da quasi 500 euro, è una scelta che lascia perplessi, perché al suo posto avrebbe avuto più senso una camera davvero utile.
Sul video, la principale arriva fino al 4K a 30 fps. Manca il 4K a 60 fps, e questa è una limitazione che si sente soprattutto se si gira spesso. In compenso, la stabilizzazione lavora bene: tra OIS + EIS si ottengono clip solide, e in 1080p i video restano fluidi anche camminando, che è lo scenario più comune per storie e riprese “al volo”.
La camera frontale, invece, è un bel passo avanti. È una 32 MP e si comporta bene: selfie dettagliati, HDR che regge bene i controluce e video stabili per chiamate e contenuti social. In buona luce è affidabile. E anche in interno non crolla subito, cosa che su tanti medio gamma resta un problema.
La principale è forte, e con luce buona regala scatti davvero soddisfacenti. Lo zoom 2x/4x è credibile finché la scena lo permette. L’ultra-grandangolare è il compromesso più evidente, soprattutto di sera. E lato video, il 4K/30 è ok, ma l’assenza del 4K/60 pesa.
Autonomia e ricarica
Qui Redmi Note 15 Pro+ gioca facile, perché la base è una sola: batteria da 6.500 mAh. È uno di quei numeri che, fino a poco fa, vedevi su telefoni enormi o super rugged. Invece qui ci sta dentro senza trasformare lo smartphone in un mattone, anche grazie alla scelta silicio-carbonio, che permette di aumentare la densità e quindi di “portare più energia” a parità di ingombro.
Nel nostro classico test da giornata piena, 7:00 → 21:00, con uso reale (social, mail, un po’ di foto, chiamate, qualche video, luminosità automatica e rete mista), si arriva a sera senza problemi. In uno scenario intenso, quindi 5G più spesso attivo, navigazione, camera usata al volo e qualche sessione di gaming, il dato che colpisce è la tranquillità: arrivare alle 21 con un buon margine, anche attorno al 40% residuo, non è l’eccezione. Ed è proprio questo che cambia la percezione: non si vive con l’ansia della ricarica “obbligatoria” ogni sera.
Sul fronte ricarica c’è il secondo pilastro: 100W via cavo. Se si ha un caricatore compatibile, la ricarica è davvero rapida e nell’uso quotidiano fa la differenza, perché anche una sosta breve diventa utile. Lo svantaggio, almeno per l’Italia, è sempre lo stesso: il caricatore non è in confezione, quindi per sfruttare davvero i 100W bisogna averlo già o metterlo in conto.

A livello di gestione, la ricarica è controllata dal sistema di alimentazione di Xiaomi (con chip dedicato), che monitora temperature e curve di carica per evitare comportamenti aggressivi. Xiaomi parla anche di obiettivi di durata nel tempo, tipo mantenere l’80% di capacità dopo 1600 cicli, che è un dato da prendere come dichiarazione del brand, ma rende bene l’idea dell’approccio: tanta velocità, però con un occhio alla salute della batteria.
Manca la ricarica wireless. È una rinuncia che, con 6.500 mAh e 100W cablati, pesa meno di quanto sembrerebbe, ma resta comunque un’assenza da segnare per chi ormai ricarica sempre su base.
Prezzo Redmi Note 15 Pro+
Il Redmi Note 15 Pro+ arriva in Italia con un listino di 479,9 euro per 8/256 GB e 529,9 euro per 12/512 GB. A queste cifre, il prezzo può essere giustificato, perché ci sono tre elementi che si sentono davvero nell’uso: batteria enorme, qualità costruttiva con focus sulla resistenza, e soprattutto un display che è uno dei punti più convincenti del telefono.
Detto questo, però, è anche un posizionamento “scomodo”, perché appena si entra stabilmente nella fascia 500 euro, la concorrenza cambia faccia. A quel prezzo si trovano spesso device medio-alti molto aggressivi, e anche ex top di gamma ancora attuali, che magari non hanno 6.500 mAh, ma mettono sul piatto qualcosa in più lato prestazioni pure, fotocamera più completa o funzioni extra. Quindi il Redmi Note 15 Pro+ non è un acquisto “a occhi chiusi”: va scelto per priorità precise.
La versione 12/512 GB, tra le due, è quella più sensata. La differenza di 50 euro è contenuta, e nel tempo torna utile: più spazio per foto e video, e più margine nel multitasking. La 8/256 GB resta valida, però è la scelta “razionale” solo se l’obiettivo è restare più bassi possibile.
E qui si apre anche un discorso interno alla stessa famiglia.
Perché, guardando il rapporto prezzo/completezza, il modello più centrato della serie Redmi Note 15 probabilmente non è lui, ma il Redmi Note 15 base 5G. In genere è proprio quel modello a colpire per equilibrio, perché costa meno, rinuncia a qualcosa, ma alla fine offre l’essenziale nel modo più furbo. Il Pro+ invece è più “di nicchia”: punta a essere il Redmi Note per chi vuole tanta autonomia, tanta tranquillità sull’uso quotidiano e un’esperienza display davvero godibile.
Il punto è che questo listino va letto anche pensando a come si muove spesso Xiaomi: tra offerte lancio, promo a tempo e sconti nei primi mesi, è facile che il prezzo reale scenda e diventi più “centrato”. E a quel punto, con anche solo un taglio concreto, il Redmi Note 15 Pro+ diventa immediatamente più appetibile, perché i suoi punti forti restano gli stessi, mentre la concorrenza in quella fascia si affronta con più margine.

Conclusioni e valutazione finale
Il Redmi Note 15 Pro+ è un telefono che si giudica bene dopo qualche giorno di uso continuo, perché la sua identità è netta. Qui la priorità è una: rendere l’esperienza quotidiana più tranquilla, con scelte concrete su autonomia, resistenza e schermo.
Il primo punto è l’autonomia. La batteria da 6.500 mAh cambia davvero il ritmo: la giornata tipo si chiude con margine, e spesso si va oltre senza dover ragionare ogni ora sulle percentuali. Nel test 7:00 → 21:00 resta difficile metterlo in crisi, anche con uso pesante. È quel tipo di telefono che riduce l’abitudine di “caricare per sicurezza”.
Poi c’è la costruzione. Tra protezione frontale e certificazioni alte, trasmette una sensazione di solidità che si apprezza nell’uso reale, non solo sulla scheda tecnica. E la funzione legata al touch con mani bagnate è un dettaglio pratico, perché capita più spesso di quanto si pensi.
Il display completa il quadro: grande, con curvatura poco invasiva, comodo nelle gesture e piacevole per contenuti e lettura. In più l’audio è sopra la media della categoria, con medi puliti e un volume alto, quindi video e social si seguono bene anche senza cuffie.
Le rinunce stanno soprattutto nella parte fotografica “secondaria”. La principale da 200 MP funziona bene, soprattutto di giorno, e lo zoom 2x/4x è credibile finché la luce aiuta. L’ultra-grandangolare invece è il compromesso più evidente, e lato video il 4K si ferma a 30 fps, cosa che in questa fascia pesa.
Infine il prezzo. A listino si piazza in una zona molto competitiva, dove si trovano medio-alti aggressivi e anche ex top di gamma ancora validi. Però, con offerte lancio e promozioni che con Xiaomi arrivano spesso, diventa più centrato e più facile da consigliare, perché i suoi punti forti restano gli stessi.
Redmi Note 15 Pro+ è indicato per chi vuole autonomia, resistenza e un display davvero valido, con una principale che fa bene il suo lavoro. Chi cerca più completezza fotografica o il miglior rapporto prezzo/prestazioni farebbe bene a valutare alternative, e nella stessa famiglia il modello più equilibrato, quest’anno, potrebbe essere il Redmi Note 15 base 5G.































































