DDL concorrenza: cosa c'è da sapere

In questi giorni è montata la polemica riguardo un disegno di legge, approvato il 20/02/2015 dal consiglio dei ministri, in materia di concorrenza.
I dubbi principali su questo DDL (nelle materie che più ci competono) riguardavo i costi di recesso da contratti telefonici o delle pay TV che, ad una prima lettura, sembravano esser stati reintrodotti.
In realtà, come specificato anche da una nota del ministero, le modifiche riguardano esclusivamente  “i costi di uscita dalle sole promozioni”.

Per la precisione, sono 3 i punti toccati dalla possibile legge:

  • Il limite di durata delle promozioni (e quindi delle possibili penali per recesso anticipato) è di 24 mesi
  • L’operatore deve specificare chiaramente al consumatore gli eventuali costi di recesso anticipato
  • I costi d’uscita dovranno essere proporzionali al valore del contratto ed alla durata residua della promozione.

Quindi, complessivamente, la norma agisce sul piano della trasparenza, senza andare a toccare i diritti acquisiti dai consumatori e, soprattutto, senza concederne altri. E’ proprio quest’ultimo punto il più “controverso” del DDL (sul quale vi invito a riflettere).

Una legge che dovrebbe spingere il mercato ad una maggiore concorrenza ed a maggiori vantaggi per tutti noi, in realtà si rivela (al momento) inefficace. Infatti i consumatori rimarranno comunque legati ai vincoli attuali, senza alcun beneficio reale.

Ovviamente durante il percorso in parlamento il disegno potrà subire delle modifiche (speriamo in meglio).

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