Recensione vivo X300 Pro – il sogno mobile dei fotografi
Con vivo X300 Pro siamo davanti a un top di gamma che deve reggere sulle spalle tutta la serie. Non esiste (al momento) un Ultra sopra di lui: è questo il modello che deve convincere chi cerca il meglio tra schermo, fotocamere, autonomia e completezza hardware. In Italia arriva a 1.399 euro nel taglio 16 / 512 GB, quindi entra diretto nella corsia dei big più noti.
Nel nostro caso però il quadro è più sfumato: stiamo usando la versione asiatica da 1 TB, arrivata in Photographer Edition, affiancata comunque dal riferimento alla versione 16 / 512 GB importata. Sempre tramite TradingShenzhen, infatti, il vivo X300 Pro 16 / 512 GB si trova intorno agli 847 euro, mentre la Photographer Edition 16 / 1 TB si posiziona circa a 1.147 euro.
Questo significa che, a parità di base tecnica, la distanza con i 1.399 euro del listino italiano diventa un fattore determinante nel giudizio finale.
Per questo, in questa recensione faremo eccezionalmente due valutazioni diverse: una prendendo come riferimento il prezzo ufficiale italiano di 1.399 euro, e una basata sui prezzi TradingShenzhen che abbiamo sperimentato noi. Cambia il contesto, cambia il rapporto qualità-prezzo e, inevitabilmente, cambia anche il giudizio.
Anche sul piano tecnico esiste una grande differenza, a favore del modello asiatico di TradingShenzhen: X300 Pro nasce con una batteria da 6.510 mAh, un passo avanti rispetto ai 6.000 mAh della generazione precedente. In Europa però arriva con una capacità ridotta a 5.440 mAh: resta comunque superiore ad alcuni X200 Pro da 5.200 mAh, ma fuori UE si respira aria di “versione completa”, mentre da noi si accetta un compromesso.
In cambio, il comparto fotografico è tutto tranne che compromesso. Troviamo un sensore principale migliorato, un teleobiettivo periscopico ZEISS da 200 MP affinato, una selfie cam più versatile e il moltiplicatore di focale già visto sull’Ultra dell’anno scorso. Non è una funzione pensata per tutti, non è economica, ma per chi scatta tanto può diventare un vero motivo di scelta.
A gestire tutto ci pensa il nuovo MediaTek Dimensity 9500: il ramo “Pro” resta su piattaforma MediaTek, mentre lo Snapdragon continua a essere riservato agli Ultra. Allo stesso tempo, vivo prosegue nel dire addio alle curve: X300 Pro è piatto davanti e piatto dietro, con l’unica eccezione della grossa isola camera che lo rende subito riconoscibile.
C’è poi un cambio importante lato software: sui modelli globali sparisce FuntouchOS e arriva OriginOS anche fuori dalla Cina. Non è un dettaglio da scheda tecnica, ma qualcosa che incide davvero su grafica, fluidità e percezione generale del prodotto.
Rispetto al vecchio vivo X200 Pro, questo X300 Pro promette più batteria (almeno fuori dall’Europa), più flessibilità lato zoom, un display LTPO 6,78″ 1,5K a 120 Hz, certificazioni IP68 e IP69 e una piattaforma hardware più moderna. Sotto c’è il più compatto vivo X300, sopra, al momento, non c’è nessuno. Nelle prossime sezioni vediamo se, tra listino italiano, prezzi import e kit fotografico dedicato, riesce davvero a giustificare il suo ruolo di riferimento nella gamma vivo.

vivo X300 Pro Italia : Voto 8.5
Il vivo X300 Pro italiano è un camera–phone straordinario, ma si muove in una fascia dove i nomi “grossi” hanno ancora un vantaggio netto su brand, ecosistema e assistenza. A livello fotografico può tranquillamente sedersi al tavolo con Galaxy, iPhone e Pixel, però la batteria ridotta, l’assenza del caricatore e un audio solo nella media pesano di più a questo prezzo. Resta la scelta giusta solo per chi mette davvero la fotocamera al primo posto e accetta di rinunciare a qualche comodità tipica dei marchi più radicati in Europa.
vivo X300 Pro Photographer Edition (TradingShenzhen) : Voto 9.2
La Photographer Edition import da 1 TB cambia completamente lo scenario: con più batteria, caricatore in scatola, kit fotografico completo e un prezzo molto più basso rispetto all’accoppiata telefono + accessori italiana, il rapporto qualità/prezzo diventa decisamente convincente. Restano i compromessi su eSIM, AI di vivo poco utile da noi e garanzia gestita dal rivenditore, ma per chi non si spaventa davanti a due passaggi di “occidentalizzazione” iniziale questo X300 Pro è uno degli smartphone più completi in assoluto per chi vive di foto e video.
Pro
- Reparto fotocamere tra i migliori sul mercato, con principale aggiornata, tele 200 MP spettacolare, ultra–grandangolo con AF e selfie da riferimento.
- Design piatto davanti e dietro, IP68/IP69
- Display LTPO AMOLED super luminoso, fluido
- Ricarica rapidissima a 90 W, con wireless 40 W e reverse charge.
- Prestazioni di fascia alta, soprattutto lato GPU, sempre fluido in ogni scenario.
- OriginOS 6 più curata della vecchia Funtouch, molto personalizzabile e piacevole da usare.
- Compatibilità con il Photographer Kit: grip con batteria, comandi fisici, attacco filtri da 62 mm e Telephoto Extender.
- Versione import TradingShenzhen con più batteria (6.510 mAh), dotazione completa e prezzo molto più competitivo rispetto al listino italiano.
Contro
- Capacità batteria ridotta a 5.440 mAh sulla versione EU, pur mantenendo lo stesso peso della variante da 6.510 mAh.
- Speaker solo nella media per la fascia di prezzo
- Throttling termico sotto carico prolungato, percepibile in sessioni intense di gioco o benchmark.
- Video in notturna meno convincenti rispetto alla qualità fotografica, specialmente se rapportati al prezzo italiano.
- Kit fotografico molto caro in Europa (grip + tele), mentre sull’import il costo è decisamente più sensato.
- Sulla versione asiatica: niente eSIM, funzioni AI vivo ancora molto orientate alla Cina e qualche passaggio iniziale per “occidentalizzarlo”, con garanzia legata al rivenditore e non all’assistenza ufficiale europea.

vivo X300 Pro
| Confezione | 8.0 | ★★★★☆ | Import ben accessoriata (caricatore, cover, nel kit anche grip e lente); versione italiana molto più povera. |
| Design | 8.5 | ★★★★☆ | Materiali premium e buona qualità costruttiva, ma peso importante e oblò fotocamera dietro davvero ingombrante. |
| Display | 9.5 | ★★★★★ | LTPO AMOLED piatto, luminosità altissima, ottima leggibilità ovunque e Always On molto curato. |
| Hardware | 9.0 | ★★★★☆ | Dimensity 9500 veloce e stabile, tanta RAM, memorie UFS 4.1 e connettività completa; sempre fluido. |
| Software | 8.7 | ★★★★☆ | OriginOS 6 è finalmente matura, fluida e personalizzabile; qualche limite sulle funzioni AI lato versione cinese. |
| Fotocamera | 9.7 | ★★★★★ | Pacchetto fotografico tra i migliori in circolazione: principale, ultra-wide, tele 200 MP e selfie da riferimento. |
| Autonomia | 9.0 | ★★★★★ | Con 6.510 mAh il modello import è un mulo da 7.00–21.00; la versione EU da 5.440 mAh resta buona ma meno tranquilla. |
| Prezzo/qualità (Italia) | 7.5 | ★★★☆☆ | A 1.399€ ufficiali soffre il confronto con marchi più forti ed ecosistemi più completi. |
| Prezzo/qualità (import TradingShenzhen) | 9.0 | ★★★★★ | A 847–1.147 € (con Photographer Kit e 1 TB) diventa una delle proposte più interessanti per chi punta tutto sulla fotografia. |
Confezione di vendita vivo X300 Pro
La confezione del vivo X300 Pro import che abbiamo ricevuto da TradingShenzhen è esattamente quella che ti aspetti da un top di gamma “completo”. Dentro troviamo lo smartphone, il caricatore da 90 W, il cavo USB-C, la cover, la spilletta per il carrellino SIM, i manuali e una pellicola protettiva già applicata sul display. Lo tiri fuori dalla scatola e sei davvero pronto a usarlo.

La cover merita una nota a parte. È realizzata in ottimo materiale plastico, non dà quella sensazione “cheap” da accessorio di cortesia e, soprattutto, non snatura la forma del telefono. Segue bene le linee della scocca, protegge cornici e modulo camere, e riprende il colore scelto del device, così il look resta coerente anche con la cover montata. È una di quelle custodie che puoi tenere senza sentirla come un ripiego temporaneo.
Il quadro cambia quando guardiamo alla versione italiana. Qui il vivo X300 Pro arriva a 1.399 euro e, nonostante il prezzo più alto, manca il caricatore in confezione. Restano lo smartphone, la documentazione, la pellicola e la cover, ma l’alimentatore va acquistato a parte. In un prodotto di questa fascia non è un dramma operativo, però la differenza rispetto al bundle import – più ricco e molto meno costoso – è impossibile da ignorare e peserà inevitabilmente nel giudizio sul rapporto qualità-prezzo.
In più, al di fuori della confezione standard c’è tutto il mondo legato al kit Photographer Edition, con accessori dedicati pensati per chi vive il telefono come strumento fotografico avanzato: ne parleremo in una sezione dedicata, così da separare chiaramente la recensione dell’X300 Pro “normale” da quella della sua versione più specialistica.

Design ed ergonomia vivo X300 Pro
Il vivo X300 Pro è tutto fuorché compatto: parliamo di un corpo da 161,2 x 75,5 x 8,0 mm e ben 226 grammi, quindi rientra a pieno titolo nella categoria dei “padelloni” top di gamma. In tasca si sente e nello zaino non scompare, però una volta presa confidenza si maneggia comunque in modo discreto, soprattutto a due mani.

La costruzione è da vero flagship: vetro frontale Armor Glass, frame in lega di alluminio e vetro satinato sul retro, con certificazione IP68/IP69 per resistenza a polvere, acqua e persino getti ad alta pressione. La sensazione è quella di un oggetto solido, quasi “professionale”, che non teme usi intensi né qualche uscita sotto la pioggia. Il vetro posteriore è piacevole al tatto, non trattiene quasi mai le impronte ma è piuttosto scivoloso, quindi la cover inclusa resta un’alleata importante.
La parte frontale è dominata dal display da 6,78 pollici, completamente piatto e incorniciato da bordi molto sottili e regolari. Questa scelta, unita al frame piatto ma leggermente smussato, aiuta un minimo la presa: in verticale si riesce a usarlo anche con una mano per le operazioni rapide, mentre in orizzontale diventa perfetto per video e gaming. Resta comunque un telefono pensato più per chi accetta qualche grammo in più in cambio di schermo grande, batteria importante e super comparto camera.

Ed è proprio il grande oblò fotografico posteriore a dividere. Il modulo in vetro nero occupa tutta la parte alta, con il logo ZEISS bene in vista. Comunica subito che questo è uno smartphone nato per scattare, ma è anche un elemento ingombrante e, alla lunga, un po’ scomodo.

Sul tavolo il telefono balla parecchio, in tasca si sente la sporgenza e quando lo impugni a volte ci finisci contro con le dita. La cover riduce l’effetto ma non lo annulla: esteticamente è molto caratterizzante, però non è un design che ci fa esaltare.

Intorno al frame troviamo tutte le interfacce al posto giusto. A destra ci sono tasto di accensione e bilanciere del volume, comodi da raggiungere anche con una mano. A sinistra vive il tasto rapido personalizzabile, che puoi usare per lanciare al volo la fotocamera o altre funzioni, e in un telefono così votato allo scatto torna più utile di quanto sembri. In basso ci sono la porta USB-C, uno degli speaker, il microfono principale e il carrellino SIM con supporto doppia nano SIM ed eSIM. In alto chiudono il quadro il secondo microfono e il sensore a infrarossi, utile per controllare TV e altri dispositivi.
Sul fronte colori, vivo non si è limitata al solito nero. Noi stiamo usando la versione bianca, molto pulita e quasi “fotografica” nel contrasto tra retro chiaro e oblò nero. A listino c’è anche un nero più classico, che aiuta a mimetizzare il blocco camere, e una tonalità marrone chiaro quasi panna che punta a un look più caldo e particolare. Cambia il carattere, ma resta comune la sensazione di prodotto importante, pensato per chi non vuole passare inosservato.
Nel complesso, il vivo X300 Pro è grande, pesante ma coerente con quello che offre. Non è pensato per chi cerca la massima compattezza, bensì per chi vuole un dispositivo importante, ben costruito e pronto a lavorare sodo, accettando qualche compromesso in termini di comfort e di “pulizia” del retro in nome di una fotocamera che pretende il centro della scena.

Display vivo X300 Pro
Il display è uno dei motivi per cui il vivo X300 Pro dà subito la sensazione di prodotto “importante”. Davanti abbiamo un pannello LTPO AMOLED da 6,78 pollici, piatto, con risoluzione 1260 x 2800 pixel, rapporto 20:9 e densità di 452 ppi. Tradotto: è grande, molto definito e non sgrana mai, nemmeno nei testi piccoli o nelle interfacce più fitte.

La frequenza di aggiornamento arriva a 120 Hz, con gestione LTPO che permette di scendere fino a 1 Hz quando non serve più velocità. Rispetto all’X200 Pro si perde il “feticcio” dello 0,1 Hz, ma nella pratica cambia poco: l’interfaccia resta fluida quando tocchi lo schermo e si rilassa quando l’immagine è statica, aiutando l’autonomia. Alcune app e giochi arrivano ai 120 Hz, altre si fermano a 90 Hz, ma è una situazione abbastanza tipica nel mondo Android, non un limite specifico di questo modello.
Sul fronte qualitativo il pannello è di quelli “da vetrina”. Supporta HDR10+, HDR Vivid, Dolby Vision e le immagini Ultra HDR, quindi i contenuti compatibili possono sfruttare una gamma dinamica davvero ampia. Le piattaforme di streaming vedono subito il display come compatibile HDR e attivano i profili corretti, con neri profondi e luci molto intense. Le foto Ultra HDR vengono rese con una marcia in più sia nella galleria di sistema sia nelle app Google, con alte luci più credibili e dettagli meglio leggibili.
La luminosità è uno dei suoi punti chiave. vivo dichiara 4.500 nit di picco locale e valori molto alti anche a schermo intero, e la sensazione d’uso è coerente: sotto il sole diretto il pannello resta perfettamente leggibile, senza bisogno di cercare l’ombra o inclinare il telefono. In interno basta poco per avere un’immagine già molto brillante, mentre al minimo la luminosità scende quel tanto che basta per non dare fastidio al buio.
Per chi è sensibile allo sfarfallio, il display lavora con PWM a 2.160 Hz e supporta anche il dimming DC. È una combinazione pensata per ridurre l’affaticamento visivo alle basse luminosità, soprattutto se usi molto il telefono la sera o in ambienti poco illuminati. Non è qualcosa che tutti noteranno, ma è un dettaglio che fa piacere trovare su un top di gamma.

La parte touch è sempre precisa e reattiva. La diagonale ampia e il pannello piatto aiutano sia nella digitazione sia nell’editing di foto e video: non ci sono bordi curvi in cui il dito “cade”, né tocchi involontari sugli angoli. Lo sblocco con impronta a ultrasuoni sotto al display è rapido e costante, e funziona bene anche con la pellicola preapplicata. La posizione è comoda, né troppo bassa né troppo alta, e dopo pochi minuti diventa naturale.
Non manca l’Always On Display, che sfrutta bene la natura LTPO del pannello. Puoi tenere orologio, icone delle notifiche e qualche elemento grafico sempre visibile, senza un impatto drammatico sulla batteria. Le opzioni di personalizzazione non sono infinite ma sufficienti per trovare uno stile coerente con il resto dell’interfaccia.
I sensori fanno il loro lavoro senza sceneggiate. Il sensore di luminosità reagisce velocemente ai cambi di ambiente e non abbiamo notato salti strani passando da buio a luce forte. Il sensore di prossimità si comporta in modo affidabile durante le chiamate e quando porti il telefono all’orecchio: lo schermo si spegne quando deve e non partono tocchi fantasma.
Hardware e prestazioni vivo X300 Pro
Sotto la scocca del vivo X300 Pro troviamo il MediaTek Dimensity 9500 a 3 nm, lo stesso montato anche su altri top di gamma come l’Oppo Find X9 Pro. È una piattaforma “All Big Core” con architettura 1+3+4 (C1-Ultra, C1-Premium e C1-Pro), pensata per spingere forte sia in single core sia in multi core. A supporto ci sono la GPU Arm G1-Ultra e la NPU 990 di nona generazione, che si occupa di tutte le elaborazioni AI, soprattutto lato fotocamera e funzioni smart di sistema.
La nostra unità è la 16 / 1 TB UFS 4.1, mentre la versione italiana si ferma a 16 / 512 GB. In ogni caso la combinazione RAM + storage è da vero top di gamma: le app restano in memoria senza fatica, i tempi di apertura sono sempre rapidi e anche con tanti processi in background il telefono non mostra segni di cedimento. Lato reattività pura, X300 Pro è uno di quei device che danno subito l’idea di “non doverci pensare”: apri, chiudi, passi da fotocamera a social, da browser a mappe, e lui sta sempre al passo.

Rispetto alla generazione precedente, questo Dimensity 9500 porta un incremento netto sia in CPU sia in GPU. Non stiamo a parlare di numeri, ma il comportamento reale è chiaro: le operazioni pesanti (editing foto, montaggio video, giochi 3D) vengono gestite con grande tranquillità. Alcuni Snapdragon di ultima generazione riescono ancora a dire la loro nei picchi di CPU pura, ma sul piano della fluidità generale e della resa grafica X300 Pro è sempre lì, nel gruppo di testa.
Nei giochi più pesanti puoi spingere al massimo i dettagli senza vedere cali fastidiosi. In molti titoli si arriva a frame rate alti, in altri ci si ferma a 60 fps, ma la sensazione è di stabilità. Non ci sono scatti improvvisi o rallentamenti brutti da vedere, nemmeno dopo sessioni un po’ lunghe.
Sotto stress continuo il telefono, come tutti i top recenti, riduce un po’ le prestazioni per tenere a bada temperature e consumi. La cosa importante, però, è che questo avviene in modo graduale e difficilmente percepibile nell’uso reale: magari in un benchmark lo vedi, ma nella pratica continui a giocare, registrare video o usare app pesanti senza la sensazione che “stia crollando”. Il frame si scalda, soprattutto lungo i bordi, ma resta sempre entro una soglia gestibile e non ci ha mai dato l’idea di essere fuori controllo.
La NPU fa il suo lavoro dietro le quinte: miglioramento dei ritratti, gestione dell’HDR, modalità notte più rapide, riconoscimento delle scene. Non è qualcosa che tocchi con mano come un aumento di fps, ma si sente nella velocità con cui il telefono elabora gli scatti e nel modo in cui l’interfaccia resta reattiva anche mentre la galleria macina anteprime e filtri.

Sul fronte connettività c’è davvero tutto: 5G, eSIM (non nella versione asiatica), Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4 con aptX HD e LHDC 5, NFC e porta a infrarossi per usare il telefono come telecomando. In alcuni mercati è previsto anche il supporto alla connettività satellitare (solo modello asiatico). Nella pratica, ricezione stabile, chiamate chiare e nessun comportamento strano in movimento.
Software – OriginOS 6 su vivo X300 Pro
Sul vivo X300 Pro il cambio più evidente, lato software, è uno: OriginOS 6 prende il posto di FuntouchOS anche fuori dalla Cina. Fino all’anno scorso c’era una netta spaccatura tra modelli cinesi (OriginOS) e globali (Funtouch), ora invece vivo ha deciso di uniformare l’esperienza e, onestamente, era ora.
La base è Android 16, con la promessa di 5 aggiornamenti di versione principali e 7 anni di patch di sicurezza. Se vivo rispetterà questa roadmap, parliamo di un telefono che può stare in tasca parecchio tempo senza diventare vecchio dopo due stagioni.
Noi stiamo usando una versione Cina, ma il software è completamente in italiano e, rispetto alla futura versione globale, cambiano solo pochi dettagli lato preinstallate e servizi locali. La buona notizia è che Play Store e servizi Google si installano in pochi minuti direttamente dal vivo Store: una volta fatto, hai il pacchetto Google completo, comprese le notifiche push, la sincronizzazione e tutte le app che usi normalmente.
OriginOS 6 è molto più curata graficamente rispetto alla vecchia Funtouch: menù impostazioni ripulito, Centro di controllo moderno con sfocature e transizioni morbide, notifiche più ordinate, font dedicato e un set di icone ridisegnate che finalmente dà un’identità chiara all’interfaccia. Tutto si muove con animazioni più “fisiche”: rimbalzi, piccole transizioni e una risposta al tocco sempre rapida. Non è solo scena, perché il sistema sembra davvero più coerente e maturo.
Ci sono anche alcune funzioni tipiche di OriginOS che rendono l’esperienza diversa rispetto ad Android stock. La “isola” attorno al foro della camera frontale mostra info contestuali (musica, timer, chiamate) e diventa interattiva in certi scenari. La schermata di blocco può usare sfondi dinamici “a carte”, con più immagini che si alternano inclinando il telefono e una transizione fluida tra Always On Display, lockscreen e home. Sono dettagli, ma nel complesso aiutano a dare la sensazione di un sistema pensato, non solo assemblato.
Sul fronte privacy troviamo uno Spazio privato dove isolare app e dati sensibili, con la possibilità di usare anche doppie istanze per alcune app social, così da separare lavoro e personale. C’è poi un Connection Center che raggruppa tutte le funzioni di collegamento con PC, altri smartphone vivo e anche iPhone: mirroring, trasferimento file, passaggio di attività e condivisione rapida.
Non mancano le funzioni “particolari” come le Motion Prompts, che promettono di ridurre il mal d’auto mostrando punti in movimento sincronizzati con gli spostamenti del veicolo. È una di quelle cose da provare se soffri il movimento, ma non è certo il centro dell’esperienza.
Le parti AI di vivo, sulla nostra unità Cina, sono ancora molto orientate al mercato locale: assistente e alcune funzioni di scrittura e trascrizione rimangono in cinese e, di fatto, per noi sono inutilizzabili. In compenso, Gemini e tutte le soluzioni AI di Google funzionano senza problemi, così come gli strumenti fotografici con AI integrata: regolazione colore, rimozione oggetti, miglioramento HDR e notte.
Per quanto riguarda l’uso quotidiano, dopo un minimo di lavoro sui risparmi energetici le notifiche arrivano regolarmente, le app non vengono chiuse in modo aggressivo e tutto gira come ci si aspetta da un top di gamma. Android Auto funziona, i servizi Google non hanno limitazioni e non ci siamo mai trovati a dover “combattere” con la ROM cinese una volta completata la configurazione iniziale.
Trattandosi di versione asiatica ci sono ovviamente alcune app preinstallate cinesi, ma la buona notizia è che oltre il 90% si può rimuovere senza lasciare traccia, e dopo dieci minuti di pulizia il sistema resta pulito, “nostro” e pronto per l’uso quotidiano in Italia.
In sintesi, OriginOS 6 è un bel passo avanti rispetto a Funtouch: più curata, più fluida, più coerente e finalmente la stessa, con poche differenze, su Cina e global. Per un telefono come vivo X300 Pro è esattamente il tipo di software che serviva.
Fotocamera vivo X300 Pro
Configurazione hardware
Sul vivo X300 Pro il
reparto fotografico non è solo “importante”: è chiaramente il cuore del
progetto.
Dietro troviamo tre moduli:
- Principale 50 MP con sensore Sony Lytia LYT-828 da 1/1,28″, pixel da 1,22 µm, apertura f/1.6, focale equivalente 24 mm, PDAF e OIS molto efficace. È l’evoluzione del sensore usato sulla serie precedente e punta a migliorare gamma dinamica e gestione del rumore.
- Tele periscopico 200 MP ZEISS (sensore HPB personalizzato), da 1/1,4″, apertura f/2.7, focale 85 mm con zoom ottico 3,7x, OIS, PDAF multidirezionale e messa a fuoco ravvicinata intorno ai 14 cm: di fatto è anche un super macro.
- Ultra-grandangolo 50 MP con sensore Samsung JN1, apertura f/2.0, focale 15 mm, campo di 119°e autofocus, così può fare anche macro pulite.
Davanti c’è una selfie cam da 50 MP sempre su base JN1, con focale equivalente 20 mm, apertura f/2.0 e AF. È un upgrade enorme rispetto ai vecchi 32 MP a fuoco fisso delle generazioni Pro precedenti.

A completare la parte “strumento
da foto” c’è il pulsante rapido sul lato sinistro, che puoi configurare
per lanciare la fotocamera e scattare. Non è un vero tasto a due stadi come
sugli Ultra dedicati, e un po’ ci sarebbe piaciuto averlo, ma resta comunque
comodo nell’uso quotidiano.
In più, l’X300 Pro supporta il kit con extender tele: una lente
aggiuntiva, aggancio a baionetta e impugnatura che vedremo nella sezione
dedicata al Photographer Kit.

Qualità fotografica
Sensore principale
La 50 MP principale è
quella che userai di più, e fa benissimo il suo lavoro.
Di giorno gli scatti hanno tanto dettaglio, una gamma dinamica ampia e
una resa dei colori molto equilibrata: niente cartone animato, ma nemmeno
immagini piatte. Il nuovo sensore LYT-828 aiuta soprattutto nelle situazioni
contrastate, dove cieli e ombre vengono gestiti con naturalezza, senza aloni
strani.
Anche i toni della pelle sono convincenti: in modalità standard sono realistici, con la possibilità di attivare i profili colore ZEISS per ottenere ritratti leggermente più morbidi e cinematici. La modalità Ritratto su focale 1x, 2x o 35/50 mm tiene bene i bordi, sfoca in modo credibile e raramente “mangia” orecchie e capelli.
Il crop 2x dalla principale funziona molto bene di giorno e regge tranquillamente per ritratti veloci o dettagli senza passare al tele. Di sera resta utilizzabile, ma un po’ più morbido rispetto al resto del pacchetto: quando puoi, meglio affidarsi direttamente al periscopico.
La modalità 50 MP piena risoluzione aggiunge qualcosa solo se ti piace zoomare pesante sulle foto o fare ritagli estremi; per il resto, il binning standard è quello che userai il 99% del tempo.
Tele periscopico 200 MP
Il tele 3,7x da 200 MP ZEISS
è uno dei motivi per cui ha senso considerare questo telefono se ami davvero
fotografare.
A 3,7x le immagini sono molto dettagliate, con un contrasto deciso e
colori che restano coerenti con la principale. La resa da “85 mm equivalenti” è
perfetta per ritratti più stretti, street e soggetti lontani, con una
separazione naturale tra soggetto e sfondo che poi la modalità Ritratto può
spingere ulteriormente.
Grazie al sensore enorme, lo smartphone riesce a lavorare bene anche a zoom superiori: a 7x i risultati sono ancora buoni, a 10x si vede che entra in gioco parecchia elaborazione, ma gli scatti restano utilizzabili se non sei ossessionato dal pixel peeping. In pratica, conviene restare sui livelli “principali” (3,7x e 10x) ed evitare troppo i valori intermedi, dove le immagini tendono a diventare un po’ più morbide.
La parte macro tele è una chicca: la distanza minima di messa a fuoco consente primi piani molto spinti con sfondi sfocati in modo naturale. Fiori, dettagli di oggetti, texture… qui il periscopico si trasforma davvero in una lente dedicata e tira fuori foto che molti concorrenti si sognano.
Di notte il tele continua a comportarsi benissimo al suo fattore di ingrandimento nativo: il dettaglio resta alto, la gamma dinamica è ancora ampia e le luci non esplodono in scie incontrollate. Salendo di zoom si nota un po’ più rumore, ma siamo comunque sopra alla media della categoria.
Ultra-grandangolo
L’ultra-wide da 50 MP fa
quello che promette, e lo fa meglio rispetto alla precedente generazione.
Di giorno le foto sono nitide, con colori coerenti con la principale e
una distorsione ben controllata. Rispetto alla serie X200 si nota un miglior
lavoro sulla nitidezza ai bordi e sulle texture fini, segno che vivo ha
lavorato parecchio lato software.
L’AF permette di usare l’ultra-grandangolo anche per macro creative, appoggiandoti molto vicino al soggetto e riempiendo la scena. Per contenuti social e viaggio è una lente che userai spesso e volentieri.
Di notte resta su buoni livelli per esposizione e bilanciamento del bianco, mentre il dettaglio cala rispetto al giorno e compare un po’ di rumore in più, soprattutto nelle zone più scure: non è la lente da usare per i poster, ma per una foto al volo della città illuminata fa il suo dovere.
Selfie
La camera frontale da 50 MP
con AF è finalmente all’altezza del resto del pacchetto.
L’angolo molto ampio permette di includere più persone o più contesto, e la
messa a fuoco automatica fa la differenza: sia i selfie a braccio teso sia i
primi piani risultano nitidi, senza quel classico effetto “soft” delle vecchie
frontali a fuoco fisso.
La gestione della pelle è buona, con filtri bellezza che puoi tenere bassi senza snaturare il volto. Di giorno il dettaglio è eccellente, di sera si perde qualcosa ma rimaniamo tranquillamente sopra la media. Anche per vlog e storie è una camera molto credibile, complice il supporto ai video 4K 60 fps.
Foto in notturna
Al buio il vivo X300 Pro
si comporta come un vero camera-phone.
La principale espone bene, mantiene una gamma dinamica ampia, controlla
bene le luci dei lampioni e conserva informazioni nelle ombre. In alcune scene
le luci calde possono risultare un filo troppo sature, ma nulla che rovini lo
scatto.
A 2x dalla principale,
come detto, la qualità cala un po’: restiamo nel “buono”, ma se la scena conta
davvero è meglio passare direttamente al tele 3,7x, che in notturna è uno dei
moduli più convincenti dell’intero pacchetto.
L’ultra-wide fa il suo, con buona gestione delle luci ma meno dettaglio
rispetto alle altre lenti: per documentare un ambiente va bene, ma non è la
lente da cui ti aspetti la magia.
Video
Sul video, il vivo X300 Pro
è tra i più completi in circolazione sulla carta e molto solido anche nei
fatti.
La posteriore arriva fino a 8K 30 fps, ma il formato da usare davvero è
il 4K:
- 4K 30/60 fps su tutte e tre le camere posteriori.
- 4K 30/60 fps anche sulla selfie.
- 4K 120 fps e profilo 10-bit Log sulla principale (e 4K 120 anche sul tele), con possibilità di lavorare i file in post.
- Supporto a Dolby Vision HDR praticamente ovunque tranne che in 8K.
La stabilizzazione elettronica lavora sempre, anche in 4K, e c’è una modalità Ultra stabilizzata che scende a risoluzione inferiore ma rende le clip quasi “da action cam” su 1x, 2x, 3,7x e 10x.
In 4K 30 fps la camera principale offre ottimo dettaglio, colori bilanciati e una gamma dinamica convincente; a 60 e 120 fps le clip diventano un filo più morbide ma restano più che valide. Il tele a 3,7x è molto buono per riprese statiche e ritratti da lontano, mentre a 10x la qualità cala e la stabilizzazione fa più fatica: usabile, ma non è il setup ideale per girare un video intero. L’ultra-wide tiene botta come sempre: ottima resa globale, dettaglio meno estremo.
Di notte, i filmati della principale hanno una buona gestione delle luci e colori credibili, ma non raggiungono il livello “wow” che ti aspetteresti guardando solo le foto: il dettaglio è un po’ più morbido. Il tele continua a sorprendere per equilibrio complessivo, mentre l’ultra-wide mostra più rumore.
La buona notizia è che la stabilizzazione è davvero efficace: le riprese a mano libera in 4K 30 fps sembrano spesso girate con un supporto, e anche le camminate leggere vengono corrette molto bene.
In sintesi, la parte camera del vivo X300 Pro è esattamente dove ti aspetti che viva concentri i propri sforzi: sensori grandi, tele da riferimento, ultra-wide credibile e selfie finalmente di livello. E con il Photographer Kit che aggiunge ottica aggiuntiva e impugnatura dedicata, la sensazione è sempre più quella di avere in tasca uno strumento pensato per chi con il telefono ci scatta davvero tanto.
Audio e chiamate vivo X300 Pro
Il vivo X300 Pro usa una configurazione stereo vera: speaker principale in basso e secondo altoparlante in alto, che fa anche da capsula auricolare. In verticale il canale sinistro esce dall’alto, in orizzontale i canali si ribaltano in base a come tieni il telefono, così la scena resta coerente quando guardi un video o giochi. Ogni speaker riproduce il suo canale, niente stereo “finto” duplicato.
Il volume è alto quanto basta per coprire una stanza, seguire una serie in treno o giocare senza cuffie. La resa privilegia medi e medio–alti: le voci sono sempre leggibili, gli effetti dei giochi escono chiari, ma i bassi sono poco presenti e il suono nel complesso è un po’ più chiuso rispetto ai migliori top di gamma. Per film, YouTube e social va benissimo; per musica, alcuni concorrenti offrono un po’ più corpo.
Via Bluetooth la situazione migliora, soprattutto se abbini buone cuffie. Il supporto a aptX HD e LHDC 5 permette di spingere su streaming audio di qualità, e la latenza resta sotto controllo per video e gaming leggero. In pratica: con gli speaker integrati fai tutto, ma è con le cuffie che l’X300 Pro dà davvero il meglio.
In chiamata si comporta da flagship vero. La capsula è potente e pulita, non serve tenere il volume al massimo per capire chi hai dall’altra parte. I microfoni filtrano bene il rumore di fondo e mantengono la voce naturale, senza effetto robot. Il vivavoce sfrutta gli stereo in modo convincente ed è usabile in auto o in ufficio senza dover urlare.

Nel complesso, l’audio del vivo X300 Pro è solido e centrato sull’uso reale: forte, chiaro e affidabile nelle chiamate, più che adeguato per contenuti e giochi. Non è il riferimento assoluto come qualità degli speaker, ma non ti mette mai in difficoltà.
Batteria e ricarica vivo X300 Pro
Sul fronte autonomia, il vivo
X300 Pro cambia parecchio a seconda della versione.
Quella ufficiale europea si ferma a 5.440 mAh, mentre la nostra unità
import, ricevuta da TradingShenzhen, sale a ben 6.510 mAh. Stesso
peso, stessa scocca, ma in pratica qui sfruttiamo tutta la capacità
disponibile, mentre in Europa si resta un po’ “castrati” per via delle solite
normative.
Con la batteria da 6.510 mAh la sensazione è chiara: questo è un telefono che non ha paura delle giornate pesanti. Nel nostro classico uso misto tra 5G e Wi-Fi, social, chat, mail, navigazione, tante foto, un po’ di video e display sempre a 120 Hz, l’X300 Pro ha sempre chiuso il nostro test 7.00–21.00 senza bisogno di risparmi energetici aggressivi e con un margine di sicurezza a fine giornata. Anche nelle giornate tipo “evento”, con Maps aperto, hotspot e fotocamera usata spesso, non ci ha mai dato la sensazione di andare in crisi nel tardo pomeriggio.
È evidente che la versione europea da 5.440 mAh offrirà qualcosa in meno: la giornata standard per la maggior parte delle persone resta comunque alla portata, ma chi fa molto 5G, foto e video dovrà mettere in conto qualche ricarica intermedia in più rispetto al nostro esemplare asiatico. Ed è un peccato, perché il peso è lo stesso, ma non lo è la tranquillità mentale.
La parte ricarica, invece, è uguale per tutti. Il vivo X300 Pro supporta:
- ricarica cablata 90 W,
- ricarica wireless 40 W,
- ricarica inversa, sia wireless sia cablata.
Con il caricatore da 90 W incluso nella confezione del modello import, bastano pochi minuti attaccato alla presa per recuperare abbastanza batteria da chiudere la giornata. Una ricarica completa richiede meno di un’ora, ma nella pratica finisci quasi sempre per fare “rabbocchi” veloci, più che partire da zero. Sulla versione italiana il problema è che il caricatore non c’è in scatola, quindi tocca metterlo in conto a parte, anche se poi la velocità resta la stessa.

La ricarica wireless a 40 W è comoda se hai una basetta sulla scrivania o sul comodino: appoggi il telefono e lui fa il resto, senza dover pensare al cavo. La reverse wireless e la reverse wired sono le classiche funzioni che usi poco, ma quando servono ti salvano cuffie, smartwatch o il telefono di un collega a secco.
In sintesi, con la batteria piena del modello da 6.510 mAh il vivo X300 Pro è un vero maratoneta e si presta bene anche a chi lo usa come macchina fotografica principale in viaggio. La variante europea resta solida, ma perde quel “cuscinetto” che sulle nostre giornate 7.00–21.00 fa davvero la differenza.
Kit Photographer Edition vivo X300 Pro
Con il vivo X300 Pro Photographer Edition non arriva solo un taglio di memoria diverso: arriva un vero corredo fotografico pensato per chi scatta tanto e non vuole portarsi dietro anche una compatta. Nel nostro caso, oltre allo smartphone bianco da 1 TB, abbiamo ricevuto il kit completo in finitura chiara argento e azzurra, perfettamente abbinata al telefono.

In realtà il sistema è diviso in due componenti:
- il Professional Imaging Grip Kit,
- il Telephoto Extender Kit.
Il Professional Imaging Grip Kit include:
- la custodia dedicata con attacco a baionetta,
- l’impugnatura con batteria integrata,
- gli anelli per l’innesto,
- la tracolla e gli accessori di montaggio.

Il Telephoto Extender Kit aggiunge invece il teleobiettivo esterno con la sua piastra di fissaggio. Puoi quindi usare solo il grip (per ergonomia e autonomia extra) oppure il pacchetto completo se vuoi sfruttare anche l’ottica aggiuntiva.
La cover è molto più seria di una custodia classica: è rigida, avvolge bene il telefono e si blocca con decisione. Togliere il vivo X300 Pro non è immediato, ma è quasi un vantaggio: una volta montata non si muove più. Il retro in similpelle migliora il grip, c’è un piccolo piede integrato per tenerlo inclinato in appoggio e due asole per agganciare la tracolla.
Attorno al blocco camere troviamo l’innesto a baionetta. Nella scatola ci sono due anelli:
- uno “piatto”, che copre semplicemente l’innesto quando non usi accessori,
- uno che funge da adattatore per filtri da 62 mm, così puoi montare filtri fotografici standard direttamente sul telefono. È una chicca che lo avvicina ancora di più a una vera fotocamera.
L’impugnatura-batteria scorre e si blocca sulla cover tramite una slitta dedicata e si collega al telefono via USB-C. All’interno c’è una batteria da 2.300 mAh, utile per allungare le giornate più intense tra foto e video, ma soprattutto cambia proprio la presa: in orizzontale il vivo X300 Pro si usa come una compatta, non come un telefono tenuto “a pinza”.
Sull’impugnatura troviamo:
- un pulsante di scatto a due stadi,
- una leva dello zoom attorno al pulsante,
- una ghiera di controllo,
- un tasto dedicato per il video.
Dalle impostazioni della fotocamera puoi decidere se lo scatto deve essere singolo o a raffica, se il mezzo click deve bloccare fuoco ed esposizione e come gestire l’AF continuo. La leva dello zoom non si limita a saltare tra 1x / 3,7x / 10x: ti permette di scorrere in modo fluido lungo tutta l’escursione, proprio come su una compatta evoluta.
Il tele-extender si monta tramite una piastra adattatrice che si aggancia alla baionetta della cover. Una volta fissata puoi anche lasciarla montata: non blocca le fotocamere quando non usi l’ottica aggiuntiva e rende rapidissimo l’innesto quando ti serve più focale. Dal mirino basta un tap per attivare la lente esterna e, a differenza di vecchie soluzioni, puoi continuare a usare tutte le modalità principali: Ritratto, Notte, Video, Pro, ecc.
Ovviamente c’è un rovescio della medaglia: con cover, grip e lente montati il vivo X300 Pro smette di essere uno smartphone “da tasca”. Diventa più ingombrante e vistoso, ed è chiaramente un setup pensato per viaggi, eventi, reportage, non per l’uso di tutti i giorni. Ma se sai già che userai il telefono come macchina fotografica principale, il compromesso ha molto senso.
In Italia, a listino, il Professional Imaging Grip costa 179 euro, mentre il Telephoto Extender arriva a 349 euro. Solo il kit, quindi, vale 528 euro. Se lo sommi ai 1.399 euro richiesti per il vivo X300 Pro 16/512 italiano, ci si avvicina a una cifra che sfiora i 2.000 euro per avere telefono + grip + tele esterno.
Qui entra in gioco la nostra unità asiatica di TradingShenzhen:
- la versione 16/512 “standard” sta a 847 euro,
- la nostra Photographer Edition 16/1 TB con kit completo è proposta a 1.147 euro.
In pratica, con meno di quanto si spende in Italia per smartphone e accessori, ci si porta a casa più memoria (1 TB) e l’intero corredo fotografico, con un risparmio che sfiora gli 800 euro rispetto all’accoppiata listino italiano + kit ufficiale. Non è una differenza da poco e cambia parecchio il giudizio su questo setup: al prezzo pieno europeo è un investimento per pochi, al prezzo della versione asiatica diventa una proposta molto più centrata per chi cerca uno smartphone davvero “da fotografia”.
Prezzo e concorrenti vivo X300 Pro
Il vivo X300 Pro in Italia parte da 1.399 euro per la versione 16 / 512 GB, senza caricatore in confezione. È il territorio dei super top, dove si trovano Samsung Galaxy S25 Ultra, iPhone 17 Pro Max, Pixel 10 Pro XL, Oppo Find X9 Pro, OnePlus 15 e, a breve, anche proposte come Realme GT8 Pro e Honor Magic 8 Pro.
Qui va detta una cosa subito
chiara:
sul piano fotografico puro, il vivo X300 Pro se la gioca tranquillamente
con i migliori, e in alcuni scenari – soprattutto tele e ritratti – è tra i
riferimenti. Però i suoi concorrenti hanno dalla loro:
- un marchio più radicato in Europa, con reti di assistenza ufficiali più strutturate;
- ecosistemi completi (watch, tablet, PC, TV, auto, accessori) già integrati e riconosciuti;
- un software spesso più raffinato e conosciuto dal pubblico, anche solo per abitudine.
Un Galaxy S25 Ultra o un iPhone
17 Pro Max ti danno fotocamere eccellenti, audio mediamente più curato,
integrazione profonda con orologi, tablet e laptop della stessa marca e un
after–sales che in Europa è ormai uno standard.
Oppo Find X9 Pro è forse il rivale più diretto: compatto, grande
attenzione alla fotografia e pacchetto molto equilibrato.
Pixel 10 Pro XL gioca forte sulla parte computazionale e sui servizi
Google.
OnePlus 15, Realme GT8 Pro e Honor Magic 8 Pro spingono
più su prestazioni, velocità percepita e rapporto prezzo/hardware, lasciando
magari un mezzo passo di vantaggio a vivo sul fronte foto ma con listini spesso
più aggressivi e marchi più “presenti” nei canali ufficiali.
In questo quadro, a 1.399 euro di listino italiano, il vivo X300 Pro è un prodotto molto di nicchia: perfetto per chi mette la fotocamera davanti a tutto ed è disposto ad accettare un ecosistema meno strutturato da noi e un marchio ancora “di importazione” nella testa di molti. L’audio, in questo confronto, passa in secondo piano: va bene per l’uso di tutti i giorni, ma non è il motivo per cui scegli questo telefono rispetto a un Samsung o un iPhone.
Le cose cambiano parecchio quando entriamo nel mondo import.
Da TradingShenzhen, la versione 16 / 512 GB viene proposta a 847 euro, mentre la nostra Photographer Edition 16 / 1 TB con kit completo sta a 1.147 euro.
Ricordiamo che in Italia:
- lo X300 Pro 16 / 512 costa 1.399 euro,
- il Professional Imaging Grip costa 179 euro,
- il Telephoto Extender costa 349 euro.
Solo il kit fotografico fa 528
euro a listino.
Se sommi telefono italiano + grip + tele, ti avvicini a quota 2.000 euro
per avere lo stesso tipo di set che noi stiamo usando.
Con l’unità asiatica, invece:
- a 847 euro hai un camera–phone di fascia altissima, con batteria da 6.510 mAh, caricatore da 90 W in confezione e tutto l’hardware che abbiamo raccontato;
- a 1.147 euro ti porti a casa il taglio da 1 TB più il kit fotografico completo, spendendo comunque molto meno dell’accoppiata listino italiano + accessori.
È qui che il discorso si ribalta:
- in versione italiana ufficiale, il vivo X300 Pro deve vedersela con marchi più forti, ecosistemi più completi e software più rodati, e diventa una scelta quasi esclusiva per chi vuole la massima resa fotografica e ama il brand;
- in versione import TradingShenzhen, lo stesso telefono (soprattutto la Photographer Edition 1 TB) diventa una proposta molto più sensata: costa meno dei rivali diretti, offre più memoria, più batteria e un kit foto che avvicina davvero lo smartphone a una compatta evoluta.
Nelle conclusioni terremo conto di entrambe le prospettive, con un giudizio separato per la versione Italia e per quella asiatica che abbiamo provato.

vivo X300 Pro Italia Vs import: cosa cambia
Dopo aver parlato di prezzo e concorrenti, ha senso mettere in fila in modo chiaro cosa cambia davvero tra il vivo X300 Pro italiano e la nostra unità asiatica TradingShenzhen. Perché la scheda tecnica è praticamente la stessa, ma l’esperienza d’uso non è identica.
I vantaggi della versione import
Partiamo da quello che si nota subito:
- Batteria più grande: sulla nostra unità asiatica abbiamo i 6.510 mAh, contro i 5.440 mAh della versione europea. Nella pratica significa più margine nelle giornate lunghe, soprattutto nel nostro classico test 7.00–21.00 fatto di rete mista, foto, social e un po’ di gioco.
- Prezzo molto più basso: i 847 euro della versione 16/512 import non stanno nemmeno nella stessa galassia dei 1.399 euro del listino italiano. E la Photographer Edition 1 TB a 1.147 euro con kit completo resta comunque lontanissima dalla combinazione X300 Pro Italia + grip + tele venduti separatamente.
- Dotazione più ricca: nella confezione asiatica trovi caricatore da 90 W
Per chi guarda al rapporto qualità/prezzo e non ha paura di uscire dai canali ufficiali, la versione import è oggettivamente più golosa.

I compromessi della versione import
Dall’altra parte, però, qualche compromesso c’è ed è giusto sottolinearlo.
- Garanzia e assistenza: con il modello italiano ti appoggi alla rete ufficiale vivo in Europa, con tempi e procedure pensati per il nostro mercato. Con l’unità asiatica la garanzia passa da TradingShenzhen, quindi eventuali problemi vanno gestiti con il rivenditore e non con il produttore locale. Non è un dramma, ma va messo in conto.
- AI non pienamente localizzata: le funzioni AI di vivo restano fortemente orientate al mercato cinese. L’assistente, alcune funzioni di scrittura e di trascrizione e una parte degli strumenti “smart” non sono pensati per l’uso in Italia. Per fortuna Gemini e le AI di Google funzionano senza problemi, ma la sensazione è comunque di avere un layer “vivo” non del tutto sfruttabile da noi.
- Niente eSIM sulla nostra unità: il modello che abbiamo in test non supporta eSIM
- Piccola fase di “occidentalizzazione”: appena acceso, lo smartphone è pensato per l’Asia. Bisogna:
- installare Play Store e servizi Google dal vivo Store,
- sistemare un minimo i risparmi energetici per non far bloccare le notifiche,
- rimuovere un po’ di app cinesi preinstallate (la maggior parte si elimina senza problemi).
Non parliamo di modding o sblocco bootloader: sono passaggi alla portata di chi ha un minimo di dimestichezza con Android, ma non è proprio il classico “tolgo dalla scatola, metto SIM e via” che trovi con la versione italiana.

vivo X300 Pro tra sogno fotografico e compromessi
Il vivo X300 Pro è
l’ennesima conferma di quanto questa serie nasca con un obiettivo preciso: dare
in mano a chi scatta tanto uno smartphone che, lato fotocamera, può tranquillamente
sostituire una compatta evoluta.
La principale aggiornata, il tele periscopico da 200 MP, l’ultra–grandangolo
con AF e la nuova selfie fanno davvero la differenza, soprattutto su ritratti,
tele spinti, primi piani e notturna. Se il tuo primo criterio di scelta è
“quanto bene fotografa?”, lui è automaticamente nei primissimi posti della
lista.
Attorno al blocco camere c’è comunque un pacchetto molto solido: il design piatto davanti e dietro, compatibile con vetri protettivi, la certificazione IP68/IP69, il display LTPO AMOLED luminosissimo con supporto a Dolby Vision e la ricarica a 90 W lo rendono uno smartphone completo e pronto a reggere ritmi alti. Il Dimensity 9500 offre prestazioni di fascia altissima, con una parte GPU che non sfigura nemmeno di fronte agli Snapdragon più blasonati.
Detto questo, non è un prodotto
perfetto. La scelta di limitare la batteria nella versione europea resta
difficile da digerire, soprattutto sapendo che la scocca è la stessa della
variante da 6.510 mAh. Gli altoparlanti sono solo nella media per la
fascia di prezzo, il thermal throttling sotto carico prolungato si sente
e la qualità video in notturna non è allo stesso livello delle foto,
specialmente se guardiamo al prezzo del listino italiano.
In più, il Telephoto Extender e il grip fotografico hanno un
costo molto alto sul mercato UE, al punto che il kit completo ha senso quasi
solo se guardiamo alla proposta import.
Ed è proprio qui che il discorso si sdoppia:
- in versione italiana ufficiale, il vivo X300 Pro è un camera–phone straordinario ma caro, pensato per chi mette la fotografia davanti a tutto ed è disposto ad accettare un marchio meno radicato, un ecosistema più corto e qualche compromesso lato batteria e dotazione;
- in versione asiatica TradingShenzhen, con batteria piena, caricatore in scatola, prezzi più bassi e – nel caso della Photographer Edition 1 TB – kit incluso, diventa una proposta molto più centrata e quasi unica per chi vuole davvero portarsi a casa “uno smartphone–fotocamera” completo.

Se vi interessa soprattutto avere uno strumento fotografico portatile con margine creativo enorme (tele, macro, ritratti, kit, filtri, grip) e sei disposto a convivere con qualche rinuncia lato ecosistema e “comodità occidentale”, il vivo X300 Pro è uno di quei telefoni che restano addosso.
Se invece si cerca un top a tutto tondo, con brand forte in Europa, audio al top, integrazione totale con watch e PC e zero compromessi lato assistenza… allora il suo vero limite non è tanto l’hardware, quanto il prezzo della versione italiana e la concorrenza di Samsung, Apple, Google e compagnia.










































































