Il lavoro digitale impatta l’ambiente: la sfida green delle PMI italiane
 
                            Consumi energetici e rifiuti digitali: un impatto ancora sottovalutato
La sostenibilità ambientale è sempre più presente nelle agende aziendali. Nonostante ciò, uno degli aspetti più trascurati riguarda il consumo energetico legato all’attività d’ufficio. Dispositivi come PC, monitor e server richiedono alimentazione costante, contribuendo in modo significativo all’impronta ecologica delle imprese.
Oltre all’energia assorbita, pesa il rapido ciclo di obsolescenza tecnologica. Le aziende sostituiscono frequentemente l’hardware, generando quantità crescenti di rifiuti elettronici. Secondo un’indagine ASUS in collaborazione con Research Dogma, realizzata su oltre 400 responsabili IT italiani, emerge un cambio di passo.
Il 91% delle PMI dichiara di aver avviato almeno una pratica sostenibile in ambito IT. Ma l’uso quotidiano dei dispositivi nasconde ancora ampi margini di miglioramento. I comportamenti sostenibili sono spesso legati a iniziative sporadiche, e mancano strategie sistematiche.
Le PMI investono, ma mancano conoscenze e linee guida chiare
Secondo i dati dell’Osservatorio ASUS 2025, il 74% delle PMI italiane ha investito in soluzioni per ridurre i consumi energetici: ottimizzazione dei server, passaggio al cloud e gestione smart dell’alimentazione sono le azioni più comuni.
Due aziende su tre hanno avviato progetti di recupero dell’hardware a fine vita. Inoltre, il 57% delle PMI preferisce dispositivi con certificazioni ambientali (Energy Star, EPEAT, TCO) o hardware ricondizionato, sostenendo così l’economia circolare.
Nonostante questo, solo il 30% dei responsabili IT sa interpretare correttamente le certificazioni ambientali e applicarne i criteri. La frammentazione normativa e la carenza di competenze specifiche penalizzano le piccole imprese, che faticano a trasformare le buone intenzioni in azioni efficaci.
Anche nelle pratiche più semplici, come l’utilizzo della Dark Mode, si osserva un basso tasso di adozione. Questo è dovuto principalmente alla mancanza di informazione, che ostacola un approccio consapevole alla sostenibilità digitale.
Partner sostenibili e ritiro dei dispositivi: le nuove priorità aziendali
La ricerca evidenzia un dato significativo: le PMI scelgono fornitori in base anche ai valori ambientali. Il 90% delle imprese considera essenziale che i PC offrano efficienza energetica certificata, e l’84% preferisce aziende che si occupino anche del ritiro e riciclo delle apparecchiature.
Anche i materiali di costruzione e gli imballaggi incidono nelle scelte: l’81% delle PMI auspica l’utilizzo di materiali completamente riciclabili. Le aziende italiane non cercano solo prodotti performanti, ma partner affidabili, impegnati nella responsabilità ambientale.
“I risultati dell’Osservatorio confermano che le PMI italiane vogliono essere protagoniste attive del cambiamento sostenibile,” ha dichiarato Massimo Merici, System Business Group Director di ASUS Italia. “ASUS si propone come alleato concreto in questo percorso, offrendo soluzioni tecnologiche sostenibili e supporto strategico.”
Verso un’IT più consapevole e circolare
Il quadro che emerge dallo studio è chiaro: le PMI italiane stanno adottando un approccio più consapevole alla sostenibilità informatica, ma restano criticità informative e operative da colmare. Servono linee guida comuni, maggiore formazione tecnica e strumenti per semplificare le scelte green.
La sostenibilità IT non è più un’opzione, ma una necessità. Le aziende che sapranno unire innovazione e responsabilità ambientale saranno protagoniste di una nuova fase: quella della tecnologia consapevole, al servizio del pianeta.
 
                         
                                         
                                        