Telegram adegua le politiche sulla privacy

Agosto 2024 ha segnato un momento critico per Pavel Durov, arrestato in Francia a causa delle preoccupazioni sollevate da alcune autorità su come l’app di messaggistica Telegram fosse utilizzata per attività criminali. Questa situazione ha portato a una revisione significativa delle politiche di Telegram riguardanti la privacy e la sicurezza degli utenti.
Una svolta nella politica della privacy di Telegram
A seguito delle controversie, Durov ha annunciato un cambiamento importante nelle politiche di Telegram, cercando di bilanciare la libertà di espressione con la necessità di impedire l’abuso della piattaforma. Il 23 settembre 2024, su suo canale Telegram, Durov ha dichiarato che la funzionalità di ricerca dell’app, estremamente potente per trovare canali pubblici e bot, è stata purtroppo sfruttata per vendere merci illegali, violando i Termini di Servizio di Telegram.
Per contrastare tale abuso, Telegram ha aggiornato i Termini di Servizio e la Politica sulla Privacy, rendendoli coerenti a livello globale. È stato specificato che gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti che violano le regole possono essere divulgati alle autorità competenti in risposta a richieste legali valide.
Chiarimenti di Durov e gestione delle richieste legali
Durov ha poi chiarito che dal 2018, Telegram ha avuto la capacità di condividere gli indirizzi IP e i numeri di telefono degli utenti coinvolti in attività criminali con le autorità di molti paesi, come parte della sua Politica sulla Privacy. Quando riceve una richiesta legale legittima, Telegram verifica e divulga i dati di criminali pericolosi.
Il bot @transparency di Telegram mostra il numero di richieste di dati degli utenti processate. Per esempio, in Brasile, Telegram ha risposto a 75 richieste legali nel primo trimestre del 2024, 63 nel secondo e 65 nel terzo. In India, il suo mercato più grande, ha soddisfatto 2461 richieste nel primo trimestre, 2151 nel secondo e 2380 nel terzo. In Europa, c’è stato un aumento delle richieste legali valide durante il terzo trimestre poiché più autorità dell’UE hanno seguito la linea di comunicazione corretta imposta dalla legge DSA dell’UE.
Per ridurre la confusione, la scorsa settimana, Telegram ha semplificato e unificato la sua politica sulla privacy tra i diversi paesi. Tuttavia, i principi fondamentali non sono cambiati. Telegram ha sempre cercato di conformarsi alle leggi locali pertinenti, a patto che queste non contraddicessero i suoi valori di libertà e privacy.
Le parole di Durov hanno offerto un certo sollievo, dimostrando un impegno costante nel proteggere la privacy degli utenti pur rispettando le leggi locali. La questione solleva però un dibattito più ampio sulla sicurezza e la privacy online, sottolineando l’importanza di un equilibrio tra libertà individuale e responsabilità collettiva.