Gli highlights di Google Play Store generano descrizioni sbagliate
Google sta investendo tempo e risorse per mantenere in ordine il Play Store, ma l’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) negli Highlights dell’App sta attualmente fornendo informazioni scorrette. L’AI di Google sta faticando a creare descrizioni accurate per le app, etichettando, per esempio, WhatsApp come un’app di editing audio. Nonostante il potenziale dell’AI, è necessaria una supervisione per evitare descrizioni fuorvianti delle app.
Iniziative di Google per migliorare il Play Store
Il Play Store di Google è la destinazione preferita per milioni di utenti Android, poiché ospita alcune delle app più amate e garantisce un’esperienza sicura grazie al sistema Play Protect. Ogni anno, l’azienda rimuove migliaia di app dannose dallo store e aggiunge costantemente nuove funzionalità per migliorare l’esperienza dell’utente. Una di queste nuove funzionalità è la sezione App Highlights, che però sta attualmente facendo più danni che benefici a causa dell’uso dell’AI.
Problemi con gli highlights dell’app
Google ha cercato di integrare l’AI in vari servizi, dai tool di produttività come Docs e Sheets agli assistenti vocali su Android, dove Google Assistant sta cedendo il posto a Gemini. Allo stesso modo, gli sforzi dell’AI sono diretti anche al Play Store, dove la capacità di sintesi dei contenuti dovrebbe rendere più facili le decisioni di installazione e acquisto attraverso la nuova sezione degli Highlights dell’App.
Questa sezione dovrebbe contenere un elenco segmentato delle funzionalità dell’app in questione, spiegando i punti salienti e integrando le immagini e gli screenshot forniti dagli sviluppatori. Tuttavia, il ricercatore di Google e detective delle app @AssembleDebug ha individuato almeno tre casi di descrizioni errate. L’AI ha selezionato “Editing audio” e “Formati audio” come principali funzionalità di WhatsApp, sebbene sia un’app di social media. Lo stesso è accaduto per l’app Phone di Google, suggerendo che potrebbe trattarsi di testo segnaposto in attesa del prossimo aggiornamento del Play Store, ma questo non migliora l’immagine del servizio. Le descrizioni per l’app Google erano un po’ migliori, ma menzionavano un “Sistema di navigazione basato sui gesti simile all’iPhone X” come caratteristica chiave, il che necessita di una correzione.
L’AI è utile, ma non ancora affidabile
L’AI è utile e in grado di gestire grandi quantità di dati, ma la tecnologia non può operare senza supervisione, altrimenti si ottengono risultati come questi. Abbiamo visto Gemini (precedentemente Bard) dare risposte esilaranti e persino Gemini non ha ancora raggiunto il livello di Google Assistant, ma sembra che ci stiamo avvicinando. Google può facilmente risolvere questo problema con un piccolo team di revisori manuali o spostando il contenuto generato dall’AI più in basso nella pagina di elenco delle app fino a quando non sarà pronto per il grande pubblico.
L’integrazione dell’AI nel Google Play Store ha un grande potenziale, ma è chiaro che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire che le descrizioni delle app siano accurate e utili. Una supervisione umana potrebbe prevenire errori imbarazzanti e migliorare l’affidabilità delle informazioni fornite agli utenti.