Perché non “istruire” a dovere i dipendenti dei grandi centri commerciali di elettronica?

Diciamoci la verità… noi “malati” di tecnologia non abbiamo mai visto di buon occhio i dipendenti delle grandi catene di elettronica, molto spesso mandati allo sbaraglio a “presidiare” reparti dei cui prodotti conoscono molto poco (o gli è stato fatto un corso assolutamente non sufficiente).
Quante volte vi sarà capitato di sentire uno di questi dipendenti dare un’indicazione errata ad un cliente su uno smartphone o un tablet? Esattamente quello che mi è successo qualche giorno fa, e che mi ha spinto a scrivere questo articolo.
Come faccio sempre quando entro in un negozio di elettronica, mi sono immediatamente recato al reparto smartphone per dare un’occhiata ai prezzi o a qualche eventuale novità. Mi sono imbattuto in un cliente che era palesemente poco esperto in materia, il quale ha chiesto all’addetto vendite quale modello convenisse comprare tra un Huawei Ascend P6 (proposto a 249 euro) ed un HTC Desire 500 (proposto a 239 euro). Incredibile ma vero, il commesso gli ha suggerito il Desire 500 affermando quanto segue:
“ Vai tranquillo su HTC. E’ nettamente superiore rispetto a Huawei. Inoltre non so se sai che Huawei è una marca cinese, quindi ti lascio immaginare la qualità.”
Sinceramente quando ho sentito una frase del genere stavo per intervenire nella discussione, anche se poi il buon senso di non litigare con l’addetto vendite ha prevalso.
Morale della favola, alla fine il cliente ha acquistato tutto contento HTC, convinto di aver fatto l’affare del secolo e di aver scelto lo smartphone giusto (tralasciando poi il fatto che online con qui soldi avrebbe potuto prendere ad esempio un Nexus 4).
Inevitabilmente questa vicenda mi ha fatto sorgere una domanda: perché non istruire a dovere i dipendenti delle grandi catene di elettronica? C’è forse lo zampino degli stessi produttori di smartphone? Oppure è un qualcosa legato solo a dati di vendita? Stento a capirne il motivo, perciò mi piacerebbe discuterne con voi.